Non è la felicità a renderci grati, è la gratitudine che ci rende felici.
David Steindl-Rast
Spesso ci rifugiamo in spirali di pensieri negativi perché ci appaiono più comode. È più facile lamentarsi e avere qualcosa di cui essere scontenti che lavorare sodo per migliorare la nostra condizione. La negatività attrae altra negatività e, senza accorgercene, ci troviamo intrappolati in un luogo buio senza via di uscita. Siamo lì ad autocommiserarci incapaci di uscirne.
Fare luce su ciò che di positivo abbiamo nella nostra vita può aiutarci a viverla in modo più consapevole. Praticare in modo sano la gratitudine ci può supportare nel nostro percorso verso la felicità. Non dare per scontato le cose che abbiamo raggiunto, le persone che abbiamo intorno e il benessere in cui viviamo è la chiave per uscire dal buio della scontentezza.
Ci sono diversi metodi nei quali praticare la gratitudine. Tamara Levitt di Calm, ad esempio, parla spesso del suo Gratitude Count Down, un gioco che ha inventato con un suo amico. Il gioco consiste nell’elencare alla rovescia ad alta voce dieci cose per cui si è grati. Io, invece, tengo da tre anni un diario della gratitudine nel quale ogni giorno elenco dieci cose per cui sono grata. Lo ammetto, non mi risulta sempre semplice ma riesco a ritagliarmi ogni giorno un momento per questa pratica e trovare sempre dei punti da elencare. Quando ho terminato mi sento meglio di quando ho incominciato perché ho messo a fuoco quello che di bello caratterizza la mia vita.
Essere felici è una scelta e la gratitudine è uno strumento che ci permette di compierla.