A volte ritornano

Dopo poco più di un anno ritorno a Milano. La mia città mi accoglierà da viaggiatrice leggera e minimalista: ho solo un piccolo zainetto.

Mi fermerò fino a lunedì. Tre giorni di famiglia e amici. Tre giorni per fare il pieno di aria buona e di energie positive. Tre giorni in cui camminerò sulle mie gambe in modo indipendente, anche se un po’ zoppico per un piccolo intervento al piede.

Mi capirete vero se scrivo che non vedo l’ora di salire su questo aereo?!

In attesa del mio volo…

Staccare e ricaricare

Un tour dell’Andalusia, due zaini, diversi biglietti di bus e treno prenotati in anticipo, innumerevoli check-in online, inserire un numero indefinito di volte il nostro numero di carta di identità, pagare tutto con la carta ché gli spagnoli sono diventati digitali dopo la pandemia. Due Alcazar, un Alcazaba, il Castillo di Santa Catalina, un teatro romano, salire sulla torre della cattedrale e ammirare una città dall’alto. Nuotare nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico. Ritrovarsi in spiaggia a non fare altro che guardare l’allenamento di tre giovani portieri e rendersi conto che queste vacanze, sì queste vacanze sono delle belle vacanze.

Ci si allena sulle spiagge andaluse

Alla pari

Nel 2006, poco prima che iniziassero le vacanze estive del mio primo anno universitario, ascoltai per caso una conversazione tra due compagne. Parlavano della possibilità di lavorare come ragazze alla pari durante l’estate per migliorare le loro conoscenze linguistiche. Interessata anch’io a questa possibilità, riconoscendone subito i benefici, mi informai con loro. Scoprì allora che iscrivendosi al sito di Au-pair World si poteva entrare in contatto con famiglie che necessitavano aiuto con la gestione di casa e bambini.

Nel giro di pochi giorni creai un profilo ed entrai in contatto con una famiglia tedesca che aveva un’azienda agricola e due bambine in età scolare. Partii a metà luglio per lavorare da loro e tornare in tempo per il mio esame di Letteratura italiana di inizio settembre. Il paese dove vivevano aveva 90 abitanti ed era vicino al Mar Baltico.

Come ragazza alla pari avevo una giornata ben scandita con sveglia presto per preparare la colazione, occuparmi delle pulizie e delle faccende di casa e giocare con le bambine. Il fine settimana lo avevo libero per gite e uscite serali.

La famiglia con me fu davvero molto accogliente e alle bambine mi affezionai immediatamente. Nella loro casa alloggiava anche uno stagista svizzero che li aiutava con l’azienda agricola. Diventammo subito amici e passammo insieme quasi tutti i sabati sera nel bar del campeggio vicino alla spiaggia. Migliorai molto il mio tedesco, usandolo quotidianamente.

Quando, qualche settimana fa, una coppia di amici mi ha raccontato di voler assumere una ragazza alla pari per ricevere sostegno nella gestione delle bambine, l’ho trovata subito una buona idea. Sia loro che la ragazza che lavorerà per loro ne trarranno vantaggio.

Io consiglio di lavorare da au-pair a tutti i giovani che hanno un periodo libero sia esso di pausa dagli studi o di orientamento. Questa esperienza all’estero con vitto, alloggio e paga settimanale inclusi permette di arricchire il proprio bagaglio culturale e di prendere le prime responsabilità.

Il mio biglietto di andata Bergamo – Lubecca Amburgo

Ritrovarmi a settembre

Partire per un lungo viaggio on the road con destinazione Paesi Baschi. Dimenticare il cellulare, prendendolo in mano la maggior parte delle volte solo per fare e condividere foto. Godermi i bagni nell’Oceano Atlantico, la cui acqua era più calda di quanto pensassi. Fare delle belle camminate nella natura, sentendo al loro termine la fatica nei miei piedi. Cucinare e mangiare bene. Riuscire a capire e a farmi capire in spagnolo ordinando ogni mattina in modo diverso il pane nella prima località dove abbiamo alloggiato al mare. Passare poi una settimana in un paesino sperduto dell’entroterra dove non c’era neanche una panetteria e quindi tutta quella scioltezza nell’ordinare il pane non mi era più utile. Prendere parte la prima sera in questo paese a una festa della valle e scoprirmi affascinata dalle danze popolari basche. Fare yoga ogni volta che il mio corpo e la mia mente ne avevano bisogno. Meditare ogni giorno. Leggere in silenzio e ad alta voce. Visitare San Sebastian e Vitoria Gasteiz: due città completamente diverse ma che meritano di essere viste. Parlare, ridere e condividere questa esperienza con la mia persona preferita. Stare bene, stare proprio bene e non essere altro che felice. A volte basta solo una vacanza nel posto giusto e con la persona giusta per riconnettersi. È settembre e io sono pronta!

Stai qui e ora

Vuoi far sì che le nuvole dei tuoi pensieri

passino?! Allora resta sempre

nel presente con il tuo spirito.

Le nuvole di pensieri aleggiano solo

nel passato o nel futuro.

Porta il tuo spirito nel presente e

i tuoi pensieri troveranno tranquillità.

Haemin Sunim

Spesso la nostra mente è impegnata a rimuginare nel passato o a fare piani per il futuro. Quando ci troviamo così assorti, dimentichiamo di vivere il presente. Portando la nostra attenzione in quello che io chiamo il “qui e ora” saremo in grado di vivere serenamente.

Un’attività che a me fa davvero molto bene in questo senso è il trekking, durante il quale, a seconda del terreno, mi scopro impegnata a concentrarmi su ogni passo. La mia mente non viaggia ma pensa solamente al sentiero che ho di fronte.

Un’altra bella caratteristica delle escursioni nella natura è che puoi fermarti ad ammirare la potenza e l’immensità dei paesaggi che questa ti regala. Così mi scopro affascinata da alberi felici e solitari. Cosa che, se lasciassi spazio ai viaggi della mia mente, non noterei nemmeno. Stare nel “qui e ora” arricchisce sempre.

Un albero felice e solitario in Sardegna

Vivere la natura nel suo pieno

Lo scorso fine settimana siamo stati due giorni con alcuni amici a Titisee-Neustadt, una cittadina nella foresta nera dove c’è un lago. Per il sabato avevamo in programma di fare trekking sul Feldberg, il monte più alto della regione con i suoi 1493 metri d’altitudine.

Già durante la settimana nel nostro gruppo di Whatsapp per la gita si discuteva intensamente sul meteo: fare trekking a novembre inoltrato porta sempre con se un certo livello di rischio. Le previsioni più negative si sono avverate: sul nostro cammino ci hanno accompagnati nebbia, nevischio, pioggia e vento. Io, che avevo passato tutta la settimana a non vedere l’ora di camminare nella foresta perché fa sempre bene al mio umore, mi sono ritrovata comunque a sentirmi soddisfatta nonostante il tempo avverso. In realtà proprio le condizioni climatiche sono state per me motivo di felicità, così ho potuto fare un’esperienza unica nella natura e viverla nel suo pieno.

Non sempre il meteo è così come ci auguriamo che sia ma questo non deve essere motivo di disperazione. Come dicono i tedeschi, non esiste il maltempo esistono solo vestiti non adatti!

Una gita al Blautopf

Ieri dopo tanto tempo siamo andati a fare una gita fuori porta con alcuni amici e abbiamo visitato Blaubeuren, una cittadina molto caratteristica del Baden Württemberg. A rendere Blaubeuren così speciale è il suo lago Blautopf, che in italiano significa ‘pentola blu’. Il lago deve il suo colore blu alla densità delle particelle di calcare presenti nell’acqua. A seconda della luce il colore del lago varia di intensità.

Tante leggende e racconti cercano di spiegare le origini del colore del lago, quella che a me piace di più è che il suo colore caratteristico dipenda dal fatto che ogni giorno qualcuno versasse un secchio di inchiostro nella sorgente. 

Visitare il Blautopf è un must per chi vive in Baden Württemberg ed è anche una bella occasione per fare una camminata nel bosco che lo circonda allontanandosi un po’ dalla folla di turisti che il lago attrae.

Il Blautopf di Blaubeuren

Il viaggio è la meta

Giovedì ho ripreso a viaggiare per lavoro dopo quasi due anni di pausa. Mi trovavo sul mio penultimo treno quando, a un certo punto, questo si ferma e io capisco che questi minuti persi potrebbero essere critici per raggiungimento della mia ultima coincidenza. Guardo nella mia casella di posta e trovo una mail della Deutsche Bahn, la ferrovia tedesca, che mi informa che non sarei riuscita ad arrivare in tempo a Kempten. Lì avrei dovuto prendere il treno per Nesselwang, la città nell’Allgäu dove c’è un centro di produzione della mia azienda a cui ero diretta. Inizia il panico alla ricerca di un’alternativa e nell’informare una mia collega che forse sarei arrivata in ritardo. Il conducente però fa una gran cosa: spinge sul pedale dell’acceleratore e recupera i minuti persi. Guardo di nuovo nelle mie mail e la Deutsche Bahn mi scrive che ce l’avrei fatta in tempo. Tiro allora un sospiro di sollievo, alzo gli occhi e vengo catturata dalla bellezza del paesaggio fuori dal mio finestrino. Vedo una chiesa rosa in mezzo al verde, poi un’altra bianca ancora più sperduta e delle mucche al pascolo. Improvvisamente mi sento così frivola: mi stavo veramente perdendo un paesaggio così bello per controllare se il mio viaggio fosse andato a buon fine. Mi impongo da quel momento di godermi il viaggio senza pensare troppo al raggiungimento meta perché, come ho letto una volta su una tazza, il viaggio è la meta.

L’alba vista dal balcone del mio hotel a Nesselwang