Niente di più ma [soprattutto] Niente di meno

Poesia di Haemin Sunim [traduzione e titolo di Angela Fradegradi]

Una fettina di mela in un contenitore per la colazione

contiene l’intero universo.

Alberi, luce del sole, nuvole, pioggia, terra,

aria e il sudore di un contadino – tutto ciò

è contenuto lì dentro.

Il furgone da trasporto, benzina, un mercato,

del denaro, il sorriso della cassiera – tutto ciò vi è

lì dentro.

Un frigorifero, un coltello, un tagliere, l’amore

della mamma – tutto ciò vi è lì dentro.

Tutto al mondo è sostituibile e tutto è

interdipendente.

E adesso immaginati, tutto quello che è esiste

dentro di te.

L’intero universo risiede in noi.

N.d.T. Lo sapevate che i traduttori [e gli interpreti] muovono il mondo? Abbiatene cura.

Jeroo abbandona le mura e va in mostra allo Stadpalais di Stoccarda

Off-concrete, giù dalle mura, così è intitolata la mostra di Christoph Ganter, in arte Jeroo, allo Stadtpalais di Stoccarda.

In una sala al piano terra di quella che era una volta la biblioteca di Stoccarda si possono ammirare le opere dello street-art-artist realizzate su metallo, tela e cartone e dipite rigorosamente con la bomboletta.

Il titolo di questa mostra, che è possibile visitare tutti i giorni dalle 19:00 fino al 23 marzo a ingresso libero, sta a simboleggiare lo sviluppo artistico di Jeroo: dalla street art ai vernissage. I murales di Ganter abbandonano così le stazioni ferroviarie, le scuole, i palazzi e i pilastri di ponti per essere esposti a modi quadri in un museo. Si riducono di dimensioni ma mantengono però lo stile liberty e la loro viva combinazione di colori.

Christoph Ganter, la cui fama va oltre i confini tedeschi, di mestiere fa l’insegnante. Già a a dodici anni iniziò a dipingere con la bomboletta murales perfezionando la sua tag. Nel corso degli ultimi 25 anni i suoi murales sono diventati così inconfondibili che la Ferrovia Tedesca, la Deutsche Bahn, gli ha commissionato la decorazione di alcune sue stazioni a Stoccarda come la Nord Bahnhof, la stazione nord e quella di Sommerrain.

Jeroo ha anche pubblicato un libro per insegnare ai ragazzi a destreggiarsi con la bomboletta non imbrattando i muri ma coltivando una passione. Il libro è stato tradotto anche in italiano: si intitola Graffiti School – Il manuale dello studente ed è ordinabile su Amazon.

Il 23 marzo, in occasione della Lange Nacht der Museen, la lunga notte dei musei, Ganter farà da guida nella sua esposizione e offirà ai visitatori la possibilità di assistere a un live-act.

 

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Catturata dall’arte di un pianoforte in strada

Lunedì, avendo un’ora libera prima di iniziare il corso di spagnolo, sono andata in centro a Stoccarda alla ricerca di una guida turistica di Budapest. Uscendo dalla libreria Wittwer sulla Königstraße con una guida in inglese da dieci euro nella borsa, sono stata spettatrice casuale di un bel concerto di pianoforte.

Come in tutte le città, capita spesso anche nella via principale per gli acquisti di Stoccarda di assistere alle performance di artisti di strada. Quella nella quale mi sono imbattuta io però mi ha incuriosita particolarmente. Vi spiego il perchè.

Klavierkunst

C’era questo ragazzo dall’aspetto normale e curato che con il suo cappello grigio e la sua giacca a vento suonava un pianoforte illuminato da una lampada led blu e aveva radunato intorno a se un folto cerchio di persone. A pochi passi dal pianoforte un cartello illuminato con la scritta ‘Klavierkunst’, l’arte del pianoforte, incorniciata tra i simboli dei più diffusi socialmedia, e una scodella per le donazioni a lato della quale c’erano dei CD in vendita per 15 euro.

Curiosa come sono, l’ho subito googlato e ho scoperto che il ragazzo si chiama Davide Martello, classe 1981, e ha origini italo-tedesche. I suoi genitori provengono dalla Sicilia e si sono trasferiti negli anni ’60 in Germania dove lui è nato e cresciuto. È stato suo padre a credere per primo nel suo talento artistico vedendolo comporre le sue prime opere a tredici anni. Davide Martello vive oggi a Costanza e ha portato la sua musica in giro per il mondo suonando nelle piazze facendone un simbolo di pace. Ha suonato infatti nel 2013 in Turchia durante le proteste nella piazza Taksim a Istanbul e nel 2015 a Parigi dopo l’attacco terroristico nelle vicinanze della sala concerti Bataclan. È possibile ascoltare la sua musica su diversi media in internet tra cui Youtube e Spotify.

Questo mio imbattermi nella Klavierkunst di Martello in modo casuale mi ha donato dieci minuti di calma all’inizio della settimana. Siccome trovo il suo concetto molto interessante ne scrivo oggi nella speranza di incuriosire anche voi.

Buon compleanno papà!

Avresti raggiunto i 69 oggi e questo è il terzo compleanno che festeggiamo senza di te. 

Inutile scrivere che mi manchi, quello che però mi sento di affermare è che sei presente nel mio quotidiano in tanti modi e altrettante situazioni. Il tuo ricordo è vivo e costantemente presente in me.

Oggi Stoccarda mi regala una giornata quasi primaverile con clima mite, sole e cielo azzurro. Voglio immaginarmi allora che questo 10 marzo saresti sceso in cantina, avresti pompato le gomme alla tua bicicletta e avresti pedalato sull’Alzaia almeno fino ad Abbiategrasso. Avresti riempito i polmoni di aria pulita, saresti poi tornato a casa e, immerso nella lettura di un libro giallo, avresti trascorso il resto della tua giornata aspettando di spegnere le candeline questa sera sulla torta che la tua Domenica avrebbe immancabilmente comprato dal Tarantola.

Ecco oggi secondo me sarebbe andata così. Tutto questo testo per augurarti solamente tanti auguri di buon compleanno papà!

Con affetto

Angela

Draquila – L’Italia che trema

Come mai gli italiani votano Berlusconi? La violenza della propaganda, l’impotenza dei cittadini, l’economia e i rapporti di forza fondati sull’illegalità e una catastrofe: il terremoto che ha annientato la città de L’Aquila per raccontare come è stata piegata la giovane democrazia italiana“. Sabina Guzzanti

Draquila – L’Italia che trema è un film assolutamente da vedere e che si commenta da solo.

Pubblicato da moviemaniacsDE su Youtube

Fair Week a Karlsruhe

Il fair trade grantisce ai produttori e ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso. Questo tipo di commercio viene applicato di norma ai prodotti agricoli e tradizionali ma si sta espandendo sempre più anche in settori come il tessile e la gastronomia.

L’idea sulla quale si fonda il fair trade è semplice: se i coltivatori bisognosi dei paesi poveri vengono pagati per il loro lavoro in modo più equo hanno la possibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà. In questo modo possono provvedere sia ai bisogni personali che a quelli delle proprie famiglie.
Con il fair trade non si punta però solo a garantire una maggiore ricompensa ma anche a praticare un commercio sociale, sostenibile e sensato a livello economico. Questo tipo di commercio ha quindi diverse sfumature e obiettivi e si rivolge potenzialmente a un vasto pubblico.

Karlsruhe dal 2010 detiene il titolo di città equo solidale. Cosa significa?! Per prima cosa questo è un riconoscimento per il grande impegno di molti abitanti della città che, in alcuni casi da decenni, sono impegnati in attività di volontariato nelle comunità cristiane e nei Weltladen per far conoscere a livello locale i prodotti fair trade provenienti dai paesi più poveri del mondo.
Essere una città equo solidale significa anche offrire seriamente il proprio impegno per promuovere lo sviluppo di questo tipo commercio facendo leva sulla solidarietà verso gli abitanti dei paesi produttori.

Da cinque anni Karlsruhe prende inoltre parte alla cosidetta Fair Week. Questo è un evento che ha luogo in tutta la Germania e ha come obiettivo il rafforzamento locale dell’immagine del commercio equo e solidale.
Ogni anno vengono proposte attività da parte di parrocchie, scuole, asili, uffici pubblici cittadini e negozi come Weltladen e caffetterie che confermano quanto il fair trade possa essere applicato in diverse modalità anche a livello locale. Queste attività a Karlsruhe si svolgono nei mesi di settembre e ottobre.

Commercio più equo. Possibilità più eque per tutti” questo è il motto della Fair Week 2013. La novità di quest’anno riguarda il tema del ‘tessile‘ che è stato inserito nel programma dopo che in primavera è si è verificato il crollo di una fabbrica del settore in Bangladesch. Diverse le attività che trattano questa tematica.

Gli italiani di Karlsruhe possono trovare di seguito il calendario di tutti gli eventi in lingua tedesca.

Il programma della Fair week a Karlsruhe
Il programma della Fair week a Karlsruhe

The Rocky Horror Show al Kammertheater di Karlsruhe

Anche nella stagione 2013-2014 verrà rappresentato al Kammertheater di Karlsruhe The Rocky Horror Show.

Il musical firmato da Richard O’Brien venne presentato per la prima volta al pubblico  nel 1973 in un piccolo teatro londinese. L’opera ebbe un così grande successo che la rappresentazione dovette essere trasferita in un teatro più grande e non solo per le previste tre volte successive ma dall’opera teatrale venne tratto anche un film. Oramai sono passati 40 anni da allora e il Rocky Horror Show è un cult. Canzoni come Time Warp, Sweet Transvestite e la Touch me cantata a Janet rendono il musical un ever green.

Guardare il Rocky Horror Show al Kammertheater è un’esperienza divertente e interessante.

Un narratore, Hans Rüdiger Kucich, racconta la storia della coppia di fidanzati Brad e Janet, Björn Schäffer e Sabine Ruflair.
Avendo la macchina guasta i due fidanzati cercano aiuto e incappano, senza volerlo, nella trappola del più originale extraterreste transessuale che si possa trovare nelle vicinanze, Frank’N’Furter che è interpretato da Manuel Krstanovic.

Quando il maggiordomo di Frank Riff-Raff, Christian Ludwig, gli apre la porta Brad e Janet non hanno assolutamente idea che in quella notte saranno testimoni di una creazione straordinaria. Rocky, Philipp Moschitz, un adone creato da Frank verrà al mondo per esaudire ogni voglia del suo padrone. Non appena Rocky sembra però preferire più Janet che Frank la situazione va fuori controllo anche a causa dell’intervento di Magenta, Nicole Neiss, e Columbia, Andrea Graf, due altre donne di servizio di Frank.

Gli spettatori entrano a contatto con le abitudini del pianeta Transsexual insieme alla coppia e scoprono vizi e passioni che non hanno nulla a che fare con le normali convenzioni. Il pubblico riceve prima dello show il ‘Set di primo soccorso del Rocky Horror Show‘ con riso, pistola ad acqua, carta igienica, luce e coriandoli e può in questo modo partecipare attivamente allo spettacolo e naturalmente ballare insieme agli attori.

La libertà sessuale che The Rocky Horror Show rivendica è nella maggior parte dei paesi scontata a livello politico solo nella vita privata ci si chiede come è possibile o come si dovrebbero soddisfare i propri desideri.

La meravigliosa voce di Nicole Neiss, il forte e divertente carisma di Hans Rüdiger Kucich e la bravura di Manuel Krstanovic fanno di questo musical al Kammertheater un’opera da non perdere assolutamente. JUST A JUMP TO THE LEFT!

E se anche i clown ridono di noi…Basta!

Partecipare ad una serata di teatro sperimentale, animata da clown, può portare a riflettere sull’immagine che gli stranieri hanno di noi italiani.

Venerdì 19 aprile è andato in scena lo spettacolo Performing Art… 100 Minuti di Clowns & Comedy al Tanztheater Etage di Karlsruhe. Il proposito degli organizzatori era di portare il pubblico a ridere e in gran parte la missione è riscita. Non del tutto però.

Non è per criticare uno spettacolo che di per sè, seppur amatoriale, è stato divertente ma uno sketch in particolare ha suscitato in me un moto di disappunto. Nella scena a cui mi riferisco due clown si fingevano, rispettivamente, un regista italiano e un attore di diversa provenienza. Il regista era lo stereotipo dell’italiano visto dai tedeschi che però non ha nulla a che vedere con il vero italiano odierno. L’attore appariva quindi disorientato dalle indicazioni del magnifico ed eccentrico regista che non era a sua volta mai soddisfatto della performance.

Per i tedeschi, come credo per altri stranieri, noi siamo l’emblema del casinista, creativo, fanfarone e teatrale. Questa affermazione può sembrare brutale ma la certezza della sua verità è indiscutibile. L’idea che gli stranieri hanno dell’italiano medio non sta però al passo con i tempi!

Il giornale tedesco Die Zeit riportava in data 07 marzo un interessante articolo a proposito di quanto il nostro paese produca menti brillanti ma non sia in grado di farne tesoro. Infatti, secondo Repubblica, la Lombardia si rivela la regione che maggiormente alimenta l’emigrazione: ben 13.156 lombardi hanno trasferito la propria residenza all’estero nel 2012. Per Paesi, la Germania è la prima meta di destinazione con 10.520 italiani che l’hanno scelta.

Ci trasferiamo quindi in Germania ma l’immagine che i tedeschi hanno di noi non corrisponde alla realtà del nostro background culturale e sociale attuale. Quante volte mi sono sentita dire dopo aver affermato di essere italiana: “Allora sei piena di temperamento!”. Per non citare tutte quelle persone che, dopo avermi conosciuta meglio, mi hanno detto, quasi stupite, che io non sono assolutamente una ‘tipica italiana’.

Definiamo ora il loro concetto di ‘tipico italiano‘. Spesso e volentieri questo concide con che ‘non parla ma urla‘, che ‘ha una personalità dominante‘, che è ‘divertente ma allo stesso tempo inopportuno‘ e che ‘parla sia in tedesco che in italiano con una bruttissima tonalità di accento‘ (e questo forse è l’aspetto che a pelle urta di più). Potrei continuare. Avete presente Jersey Shore?! Ecco ci siamo quasi!

A questo punto poniamoci una domanda: siamo veramente così? Se la risposta che vi state dando è no allora sta a noi, giovani e adulti in Italia e all’estero, cambiare il modo che hanno gli ‘altri’ di vederci rendendoci ambasciatori positivi della nostra cultura, delle nostre tradizioni e dei nostri valori. Senza contare che almeno in Europa dovremmo avere tutti un senso di appartenenza in più che va oltre le differenze nazionali.

L’importanza di Plan per il futuro altrui

“Amerai il prossimo tuo come te stesso”, così predicava Gesù. Ma chi è il ‘prossimo tuo’? E’ l’altro, il diverso, lo sconosciuto ma allo stesso tempo anche l’emarginato, il povero, colui che vive lontano e ha meno possibilità. Bisogna quindi amare gli altri con la stessa intensità con cui si ama se stessi. Non è difficile: bastano pochi gesti incominciando magari a prendersi cura dei più piccoli!

Occuparsi di dare un futuro ai bambini più svaggiati: questa la missione di un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro come Plan International. L’organizzazione lavora appunto con i minori nei paesi più poveri del mondo per aiutarli a costruire un futuro migliore. Il futuro che ci si augura per tutti i bambini.

Da oltre 75 anni Plan International difende il diritto che ha ogni bambino di realizzare le proprie potenzialità mediante una adeguata assistenza sanitaria fin dalla nascita, incluso l’accesso all’acqua potabile; lavorando con le comunità per prepararle ai disastri naturali e a resistervi; motivando i bambini a prendere posizione nelle decisioni che riguardano la loro vita e rendendo le famiglie capaci di guadagnarsi da vivere e di progettare il futuro dei loro figli.

L’organizzazione è da poco presente in Italia con una sede a Vimercate in provincia di Milano, in Germania invece la sede è ad Amburgo. Plan International in Italia permette di sostenere bambini a distanza mentre in Germania permette anche di istituire una propria fondazione e finanziare progetti nei paesi in via di sviluppo e più disagiati.

Sabato 6 aprile 2013 si è svolto a Baden Baden l’incontro annuale dei benefattori di Plan International, provenienti da Germania, Austria e Svizzera, che hanno istituito fondazioni o che hanno interesse nel farlo.

L’evento, che si è svolto alla Festspielhaus, è stato moderato dalla presentatrice di SWR Anja Hoefer. Nella mattinata, a parlare di Africa, sono internvenuti il Dr. Asfa-Wossen Asserate, esperto e analista, Mwape Mulumbi, impiagata Platin Zambia, e la diciottenne Tirivashe Simango. Sono state in seguito intervistate persone che si sono prese l’impegno, insieme a Plan International, di finanziare, tramite le loro fondazioni, progetti a favore dei più bisognosi. Tra gli intervistati anche Ursel Pintschovius che, tramite la fondazione che porta il suo nome, si occupa di stanziare finanziamenti a favore delle necessità, dei diritti e dei desideri in particolare delle bambine e delle donne in America Latina. Il link alla Ursel Pintschovius Fondation è http://ursel-pintschovius-foundation.de/.

Durante il pomeriggio una coinvolgente Verònica Zambrano, referente di progetto di Plan International, ha spiegato l’attuale situazione del suo paese d’origine, l’Ecuador, dilaniato dalla povertà e dalla violenza, e ha illustrato l’impegno dell’organizzazione a favore soprattutto dei bambini e dei ragazzi. Si è parlato in seguito del progetto ‘Because I’m a girl‘ con la Managing Director di Plan International Germania, Maike Roettger. Le ragazze nei paesi poveri subiscono spesso violenze fisiche e mentali inoltre, non esistendo spesso registrate anagraficamente, sono vittime di stupri, sfruttamento e traffico di esseri umani. Because I’m a girl  ha come obiettivo di mettere la parola fine a tutto ciò e di garantire il fatto che le ragazze abbiano gli stessi diritti dei ragazzi.

Particolarmente interessante l’intervento di Lena Thombansen, capo progetto della Società Turca di Amburgo che insieme a Plan International e tramite il progetto “Fit mit Plan fuer die Zukunft” (Fit con Plan per il futuro) si  occupa di fornire assistenza ai giovani adolescenti di Amburgo che non trovano alcun posto sul mercato del lavoro per una formazione professionale.

Fra una presentazione e l’altra hanno fatto la loro apparizione, a intrattenere il pubblico, l’orchestra Konsi Strings di Zurigo, il musicista Robeat e il comico Christoph Sonntag.

Senza dubbio incontri come questi fanno capire che c’è molto ancora da fare ma allo stesso tempo che non si è soli di fronte alle problematiche mondiali. Impegnarsi nei confronti degli altri è importante tanto quanto utilizzare con coscienza i propri mezzi per garantire a se stessi e a chi è meno fortunato un futuro degno e pieno di speranza.