CBM e Millennium Development Goals

I Millennium Development Goals fissati dall'ONU nel 2000
I Millennium Development Goals fissati dall’ONU nel 2000

Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals – MDG) sono otto punti di sviluppo fissati nel 2000 dalle Nazioni Unite (ONU) con l’intento di dimezzare la povertà mondiale entro il 2015.

Purtroppo è già chiaro che non sarà possibile raggiungere questi obiettivi entro il 2015. Perciò si sta attualmente lavorando a un processo che permetta di reagire sia alle difficoltà note che ai nuovi problemi globali sorti negli ultimi anni. Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio che saranno quindi fissati verranno denominati ‘post-MDG‘.

I 189 stati membri dell’ONU definiranno i nuovi obiettivi da perseguire a partire dal 2015 durante il vertice del 25 settembre 2013 a New York.

Anche la Christoffel-Blindenmission (CBM) si sta attivando in questo senso. Nei paesi in via di sviluppo vive l’82% delle persone disabili sotto la soglia di povertà. La CBM è dell’opinione che i nuovi Millennium Development Goals debbano tenere conto delle persone disabili. Per fare ciò ha indetto una campagna. L’obiettivo è convicere, con l’aiuto della popolazione, il governo federale tedesco ad appoggiare questo tipo di questione durante il vertice ONU e permettere così che le persone disabili vengano considerate nei prossimi MDG.

La CBM ha pubblicato un rapporto ufficiale sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nel quale descrive le proprie richieste in modo dettagliato. Tra queste si denotano i seguenti punti:

  • Le attività intraprese per raggiungere gli obiettivi devono considerare le persone disabili ed essere conformi con la convenzione ONU per i diritti dei disabili (UN-CRPD).
  • L’uguaglianza e la non discriminazione devono essere fissate come punti chiave e considerate in agenda singolarmente.
  • Tutti gli obiettivi devono essere fissati includendo indicatori relativi alle persone disabili.

Il governo federale tedesco non ha ancora comunicato la sua posizione ufficiale a tal riguardo, la CBM intende però perseguire fermamente il suo intento di adattare i Millennium Development Goals alle necessità delle persone disabili

Because I am a Girl: la Giornata di Malala ed Elena Di Cioccio testimonial

Il 12 luglio è stato il compleanno di Malala, la ragazzina pakistana colpita l’anno scorso da un talebano mentre andava a scuola e diventata simbolo del diritto delle bambine ad avere un’istruzione. Proprio il 12 luglio si festeggerà d’ora in avanti la Giornata di Malala. La sedicenne sostiene la campagna di PlanBecause I am a Girl’ e con il suo compleanno si è segnato l’inizio dei 100 giorni che mancano all’11 ottobre ovvero alla Giornata Internazionale della Bambina che coincide con la celebrazione nel mondo della campagna.

Proprio in occasione del compleanno di Malala, Plan Italia ha annunciato che Elena Di Cioccio ha accettato di diventare la testimonial in Italia della campagna ‘Because I am a Girl‘. L’attrice e conduttrice televisiva ha maturato la sua scelta di unirsi alla causa della onlus dopo aver visitato i progetti di Plan in Ghana, dove ha potuto toccare con mano l’importanza del girl empowerment tramite progetti mirati, come il microcredito femminile, l’efficacia dell’istruzione delle bambine come strumento per uscire dalla povertà e quindi la necessità di riportare a scuola le ragazzine che per varie ragioni se ne sono allontanate.

I diritti delle bambine e l’uguaglianza di genere sono temi molto cari a Elena Di Cioccio per motivi sia personali sia professionali. La conduttrice si è commossa e appassionata nel vedere il coraggio e la forza con cui le ragazze affrontano il difficile percorso verso l’istruzione e l’emancipazione di genere, trovandosi a combattere ogni giorno contro un ventaglio di discriminazioni che abusano del loro corpo con la pratica delle mutilazioni genitali, le spingono a sposarsi prematuramente e a lasciare la scuola, permettono violenze psicologiche e fisiche.

“La discriminazione di genere – ha sottolineato Di Cioccio – miete vittime in tutto il pianeta a prescindere dalla geolocalizzazione. Se nei paesi sviluppati, ricchi di cultura umanista, gonfi di benessere, dove le regole sociali dovrebbero garantire una certa equità, ad uccidere le donne sono la follia del possesso, la gelosia o la competizione uomo-donna. Nei luoghi dove manca tutto, dove ricchezza e istruzione sono appannaggio di pochi, la lotta per la sopravvivenza diviene feroce e sono gli indivuidi fisicamente più fragili a subirne le conseguenze. Ci sono nazioni che cooperano allo sviluppo dei mercati mondiali e che sul loro suolo ammettono, giustificano e perpetrano ogni tipo di abuso nei confronti del genere femminile. L’altra metà dell’umanità. Quella che genera. La vera rivoluzione del prossimo secolo sarà quella di dare valore all’essere umano con tutte le sue differenze”.

Elena Di Cioccio è stata un una delle principali protagoniste del recente evento televisivo su La7 di Plan Italia, Prima le ragazze! Girls first!, con cui la onlus ha lanciato il suo ritorno in Italia dopo 50 anni. Migliaia le chiamate per esprimere l’adesione a Plan Italia e a condividere l’importanza del tema della lotta alla discriminazione delle bambine.

La Campagna Internazionale di Plan ‘Because I am a Girl‘ ha come obiettivo un’istruzione di qualità di almeno nove anni per 4 milioni di bambine nel mondo che a causa della povertà rischiano di rimanere ai margini della società. L’anno scorso per la Giornata Internazionale della Bambina il pianeta si è illuminato di rosa: dall’Empire State Building alla London Eye di Londra, dalle Cascate del Niagara alle Piramidi d’Egitto, dalla Sirenetta ai principali monumenti indiani. Anche Plan Italia ha fatto la sua parte illuminando l’Ottagono della Galleria di Vittorio Emanuele II a Milano. Un’ondata rosa che ha attraversato il mondo per focalizzare l’attenzione sulle bambine e sui loro diritti.

Elena Di Cioccio durante la trasmissione Prima le ragazze!
Elena Di Cioccio durante la trasmissione Prima le ragazze!

Voci di donne: Come l’istruzione può cambiare la vita in Africa

Hai un minuto? E se ce l’hai come vorrei riuscire a farlo diventare un sempre…” canta Mina nella sua ‘Itaca’, trasmessa in anteprima assoluta durante la trasmissione di Plan Italia, Prima le Ragazze, su La7 lo scorso 5 Giugno.

La Signora della musica italiana ha voluto così testimoniare la sua vicinanza all’impegno di Plan Italia, promotore di campagne a tutela dei diritti delle ragazze che non hanno la possibilità di studiare. In realtà, se ci si riflette, un minuto di attenzione nella vita delle bambine può significare un sempre.

Per Fatma Ndaw è stato veramente così: nata nei sobborghi di Dakar, in Senegal, a sei anni è rimasta orfana ma non ha smesso un minuto di studiare anche quando è stata costretta a sposarsi a soli 15 anni con uno zio, rimanendo subito incinta.

Fatma non si è persa d’animo, perché ogni minuto è prezioso, e ha lasciato il marito che voleva altri figli e con il sostegno di sua zia è riuscita ad andare all’università di Dakar laureandosi in Lingue. E’ diventata insegnante, ha comprato una casa per lei e sua zia. Non si è però fermata lì! Ora sta collaborando con Plan Senegal nel progetto ‘1.000 Girls‘ per trasmettere la lezione più importante che ha imparato ossia che l’istruzione è lo strumento per cambiare la propria vita.

Ci sono ancora 66 milioni di bambine nel mondo che non vanno a scuola e a una su tre viene negato l’accesso all’istruzione scolastica proprio perchè femmina.

In particolare i paesi dell’Africa centro-occidentale soffrono di una forte disparità di genere che si traduce nella mancanza di istruzione scolastica per le bambine. Infatti le zone occidentali hanno il livello di istruzione più basso nel mondo.

Secondo dati ufficiali negli 11 paesi africani della fascia occidentale 14 milioni di bambini in età scolare non vanno a scuola e quasi otto milioni sono bambine. Nelle aree rurali la percentuale dei bambini senza istruzione arriva al doppio in confronto a quella dei bambini che vivono nelle aree urbane. Inoltre la percentuale di abbandono scolastico grava pesantemente sulle ragazze e le cause sono espresse dai matrimoni prematuri, dalle molestie, dalle violenza di natura sessuale e dalla mancanza di infrastrutture che aiutino le differenze di genere come, ad esempio, i bagni separati.

Il lavoro di Plan nei confronti dell’istruzione delle bambine nell’Africa centro-occidentale si fonda su tre elementi interconnessi: un uguale accesso all’istruzione, un’istruzione di qualità e il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche. Inoltre Plan lavora con i governi sia locali sia a livello nazionale per sensibilizzarli verso il rispetto dei diritti di tutti i bambini soprattutto delle bambine.

Perché ‘trasformare un minuto in sempre’ nella vita delle bambine del mondo si può fare, ce lo insegna Fatma Ndaw.

Per informazione su come sostenere una bambina a distanza con Plan Italia, si può chiamare il numero: 0039-039 6848701 – email: info@plan-italia.orgwww.plan-italia.org.

Fatma Ndaw
Fatma Ndaw

Fondazione Marisa Bellisario: donne eccellenti!

Per una donna fare carriera è più difficile ma è più divertente“.

Venticinque anni fa Marisa Bellisario lasciava la consapevolezza che ogni donna, se determinata e coraggiosa, in grado di osare e inseguire le proprie ambizioni, può raggiungere qualsiasi traguardo, nella vita come nel lavoro. La Bellisario, scomparsa nel 1988, era definita manager dura ma corretta dalla stampa internazionale e il suo percorso professionale in Olivetti è degno di ammirazione. Infatti la sua è la prima carriera in Italia nell’ambito delle telecomunicazioni e dell’informatica e la prima di respiro internazionale, perché è lei stessa a scrivere di “aver scoperto venti anni prima di economisti ed esperti che un’impresa deve essere internazionale”.

Ogni anno dal 1989 la Fondazione che da lei prende il nome, presieduta da Lella Golfo, premia le eccellenze femminili che si sono distinte nella professione, nel management, nella scienza, nell’economia e nel sociale a livello nazionale e internazionale. ‘Donne ad alta quota‘ è un premio pensato per riconoscere l’impegno delle donne nel lavoro che quest’anno si è svolto il 20 giugno.

La Fondazione Marisa Bellisario promuove lo studio e la progettazione di azioni rivolte al mondo del lavoro, dell’imprenditoria femminile e del management con interesse particolare verso le nuove tecnologie. La Fondazione desidera valorizzare le professionalità femminili che operano nel settore pubblico e privato e promuove una cultura attenta alla parità in un dialogo aperto nella società. Ha come obiettivo principale quello di richiamare costantemente l’attenzione del mondo politico, delle istituzioni, dell’imprenditoria e del mondo del lavoro su idee e progetti innovativi, per promuovere e sostenere l’affermazione delle professionalità femminili in ambito nazionale ed internazionale.

Decisionismo, capacità e competenze coniugate con l’esperienza maturata a livello internazionale hanno fatto del profilo professionale di Marisa Bellisario una donna lungimirante e coraggiosa. La Fondazione Bellisario porta avanti il suo impegno che ha rappresentato per la storia femminile un simbolo dell’affermazione della parità tra uomo e donna.

Because I am a girl

Tutti i bambini devono poter crescere in modo sano, aver diritto a un’educazione senza violenza, poter essere istruiti ed essere protetti dallo sfruttamento: così sta scritto nella Convenzione per i diritti dei bambini dell’ONU. Spesso però per le bambine non è così!

Particolarmente in Africa, Asia e America Latina l’uguaglianza non è scontata. Molte bambine non possono frequentare regolarmente la scuola perchè devono fare i mestieri, prendersi cura dei fratelli e delle sorelle oppure aiutare la propria madre nei campi. Il diploma diventa quindi l’eccezione. Se sono malate spesso non ricevono cure. Inoltre sono spesso vittime di matrimoni combinati e diventano mamme in età ancora adolescenziale. Nel peggiore dei casi non vengono neanche registrate all’anagrafe e diventano quindi più facilmente vittime di violenza fisica e psicologica, sfruttamento e traffico di persone.

Le ragazze però, se aiutate, potrebbero rappresentare il ‘motore’ della società. Supportando il loro sviluppo migliora di gran lunga la situazione economica della loro famiglia, della loro comunità e non per ultima della loro nazione. Questo viene dimostrato sia dall’esperienza di Plan che dagli studi dell’ONU e della Banca Mondiale.

Ogni anno in più passato fra i banchi di scuola significa per una ragazza che il suo reddito potenziale aumenta tra il 15 e il 25 per cento. Le donne infatti investono i loro risparmi nell’educazione dei propri figli. Questo porta a lavori migliori per i membri delle loro famiglie.

Per questo motivo la campagna ‘Because I am a girl’ di Plan appoggia lo sviluppo delle bambine e la loro formazione. Oltre al fatto che possano andare a scuola è importante che esse siano in grado di prendere in modo indipendente le loro decisioni e ciò ha un grande impatto sullo sviluppo delle nazioni povere.

Because I am a girl è una campagna mondiale per i diritti delle bambine che promuove il loro diritto ad avere le stesse chance dei pari età di sesso maschile. L’obiettivo di Plan è quello di rafforzare la posizione femminile perchè possano riscattare la loro situazione famigliare. Investire sulle bambine significa accantonare la povertà!

Ernesto Sirolli: shut up and listen!

Ernesto Sirolli: italiano, laureato in Scienze Politiche nel 1976 a Roma, nel 2004 effettua un dottorato di ricerca alla Murdoch University di Perth. Ha lavorato in Europa, Africa, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti e Regno Unito nello sviluppo economico.

Nel 1985 contribuì in un modo particolare allo sviluppo economico di Esperance, una piccola comunità rurale dell’Australia occidentale: adottò un approccio incentrato sulla passione, la determinazione, l’intelligenza e la ricchezza di risorse delle persone locali.

Prendendo spunto dall’Esperance Experience 250 comunità in tutto il mondo applicarono questo approccio reattivo e incentrato sulle persone allo sviluppo della propria economia. Questo modello è chiamato Enterprise Facilitation ed è documentato nel libro Ripples from the Zambezi — Passion, Entrepreneurship and the Rebirth of the Local Economy, pubblicato da Sirolli.

Sirolli è diventato una nota autorità nel campo dello sviluppo economico sostenibile e tiene diverse conferenze in tutto il mondo. E’ inoltre il fondatore del Sirolli Institute, un’organizzazione no profit internazionale che insegna ai leader come mantenere e sviluppare progetti economici nelle loro comunità.

Un torrente in piena contro la violenza sulle donne

A Karlsruhe nella Hirschstr. 53 B ha sede l’associazione Wildwasser & FrauenNotruf che può contare su un valido team di assistenti sociali e psicologhe pronto a offrire assistenza a ragazze e donne vittime di violenze sessuali.
Wildwasser‘ in tedesco significa ‘torrente ‘ ed è proprio come un torrente in piena che si potrebbe descrivere la passione con cui queste donne agiscono per permettere a chi si affida a loro di superare un evento così traumatico come può essere la violenza sessuale.
Secondo alcune ricerche, una ragazza su quattro viene violentata sessualmente. Gli autori di queste violenze sono per lo più uomini: padri, patrigni, fratelli, zii, amici, vicini, insegnanti o educatori. In qualche caso si tratta anche di donne: madri, matrigne ed educatrici. Nella maggior parte dei casi sono persone che la ragazza conosce e di cui si fida; altre volte può trattarsi di sconosiuti.
Una violenza sessuale avviene quando una persona utilizza la sua posizione di forza, la fiducia e l’incoscienza di un minore per soddisfare le proprie necessità di forza, approvazione, contatto corporeo tramite attività sessuali.
La violenza sessuale contro le donne può avvenire, invece, in diverse forme: esibizionismo, offese, minacce, molestie sessuali e violenza orale, anale o vaginale. Tutto ciò può succedere sempre e in qualsiasi luogo: di giorno o di notte, in casa o all’aperto, al lavoro o su internet, durante lo sport o in terapia. Chi la compie sono spesso amici, mariti, partner, capi, colleghi, dottori ma a volte anche sconosciuti.
Una donna su sette è vittima di violenza. Paura e vergogna regnano nell’animo di queste donne che spesso faticano a fidarsi del prossimo. Wildwasser & FrauenNotruf si rivolge a ragazze e donne che hanno subito violenze sessuali ma anche ai loro genitori, familiari e amici. Gli incontri sono riservati e se desiderato anonimi.
L’associazione offre vari servizi tra cui: assistenza personale, telefonica, via e-mail e chat; consulenza in caso di reazioni post-traumatiche; assistenza e informazioni in caso di azioni legali; organizzazione di eventi per la prevenzione dei bambini e degli adolescenti ed infine terapia individuale e di gruppo.
Wildwasser & FrauenNotruf è finanziata dalla città e dalla provincia di Karlsruhe ma i fondi non sono mai abbastanza per far fronte alle richieste di consulenza, di supporto e alle attività di prevenzione necessarie per un’importante tematica quale la violenza sulle donne. Maggiori informazioni, quali contatti e dettagli su come supportare l’associazione, si possono trovare sul sito: www.wildwasser-frauennotruf.de.

L’importanza di Plan per il futuro altrui

“Amerai il prossimo tuo come te stesso”, così predicava Gesù. Ma chi è il ‘prossimo tuo’? E’ l’altro, il diverso, lo sconosciuto ma allo stesso tempo anche l’emarginato, il povero, colui che vive lontano e ha meno possibilità. Bisogna quindi amare gli altri con la stessa intensità con cui si ama se stessi. Non è difficile: bastano pochi gesti incominciando magari a prendersi cura dei più piccoli!

Occuparsi di dare un futuro ai bambini più svaggiati: questa la missione di un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro come Plan International. L’organizzazione lavora appunto con i minori nei paesi più poveri del mondo per aiutarli a costruire un futuro migliore. Il futuro che ci si augura per tutti i bambini.

Da oltre 75 anni Plan International difende il diritto che ha ogni bambino di realizzare le proprie potenzialità mediante una adeguata assistenza sanitaria fin dalla nascita, incluso l’accesso all’acqua potabile; lavorando con le comunità per prepararle ai disastri naturali e a resistervi; motivando i bambini a prendere posizione nelle decisioni che riguardano la loro vita e rendendo le famiglie capaci di guadagnarsi da vivere e di progettare il futuro dei loro figli.

L’organizzazione è da poco presente in Italia con una sede a Vimercate in provincia di Milano, in Germania invece la sede è ad Amburgo. Plan International in Italia permette di sostenere bambini a distanza mentre in Germania permette anche di istituire una propria fondazione e finanziare progetti nei paesi in via di sviluppo e più disagiati.

Sabato 6 aprile 2013 si è svolto a Baden Baden l’incontro annuale dei benefattori di Plan International, provenienti da Germania, Austria e Svizzera, che hanno istituito fondazioni o che hanno interesse nel farlo.

L’evento, che si è svolto alla Festspielhaus, è stato moderato dalla presentatrice di SWR Anja Hoefer. Nella mattinata, a parlare di Africa, sono internvenuti il Dr. Asfa-Wossen Asserate, esperto e analista, Mwape Mulumbi, impiagata Platin Zambia, e la diciottenne Tirivashe Simango. Sono state in seguito intervistate persone che si sono prese l’impegno, insieme a Plan International, di finanziare, tramite le loro fondazioni, progetti a favore dei più bisognosi. Tra gli intervistati anche Ursel Pintschovius che, tramite la fondazione che porta il suo nome, si occupa di stanziare finanziamenti a favore delle necessità, dei diritti e dei desideri in particolare delle bambine e delle donne in America Latina. Il link alla Ursel Pintschovius Fondation è http://ursel-pintschovius-foundation.de/.

Durante il pomeriggio una coinvolgente Verònica Zambrano, referente di progetto di Plan International, ha spiegato l’attuale situazione del suo paese d’origine, l’Ecuador, dilaniato dalla povertà e dalla violenza, e ha illustrato l’impegno dell’organizzazione a favore soprattutto dei bambini e dei ragazzi. Si è parlato in seguito del progetto ‘Because I’m a girl‘ con la Managing Director di Plan International Germania, Maike Roettger. Le ragazze nei paesi poveri subiscono spesso violenze fisiche e mentali inoltre, non esistendo spesso registrate anagraficamente, sono vittime di stupri, sfruttamento e traffico di esseri umani. Because I’m a girl  ha come obiettivo di mettere la parola fine a tutto ciò e di garantire il fatto che le ragazze abbiano gli stessi diritti dei ragazzi.

Particolarmente interessante l’intervento di Lena Thombansen, capo progetto della Società Turca di Amburgo che insieme a Plan International e tramite il progetto “Fit mit Plan fuer die Zukunft” (Fit con Plan per il futuro) si  occupa di fornire assistenza ai giovani adolescenti di Amburgo che non trovano alcun posto sul mercato del lavoro per una formazione professionale.

Fra una presentazione e l’altra hanno fatto la loro apparizione, a intrattenere il pubblico, l’orchestra Konsi Strings di Zurigo, il musicista Robeat e il comico Christoph Sonntag.

Senza dubbio incontri come questi fanno capire che c’è molto ancora da fare ma allo stesso tempo che non si è soli di fronte alle problematiche mondiali. Impegnarsi nei confronti degli altri è importante tanto quanto utilizzare con coscienza i propri mezzi per garantire a se stessi e a chi è meno fortunato un futuro degno e pieno di speranza.