Mio papà mi ha lasciato, dopo una lunga malattia, il 5 settembre 2014. La mia intenzione oggi non è quella di scrivere quanto questa perdita abbia significato per me, perché, con tutta la buona volontà, devo ammettere che così brava a scrivere non lo sono.
Condivido però qui oggi un piccolo evento che mi ha portato a sorridere ricordandolo confermandomi inoltre quanto elaborare una perdita abbia un carattere mistico e sia in grado di portarci a onorare la vita, che in fondo è tutto ciò che ci rimane.
Quand’ero una bambina mio papà mi preparava la colazione prima di andare a scuola. Io, che desideravo assomigliargli, ho avuto per un lungo periodo l’abitudine di bere il latte caldo inzuppandoci, come faceva lui, il pane del giorno prima. A volte però mio papà accendeva il fornello, vi metteva sopra il pentolino e poi si dimenticava del latte, affaccendato com’era a rassettare la casa o a seguire me. Ecco che allora nel pentolino si formava uno strato di panna sulla superficie del latte. Con tutta la sua premura se ne dispiaceva e mi raccomandava di berlo piano.
Stamattina volevo riscaldarmi una tazza di latte nel microonde. Siccome noi in famiglia non lo abbiamo mai avuto il microonde, non è che sia molto pratica nello sceglierne le impostazioni. Ho pensato che metterlo al 100% per un minuto e cinquanta secondi fosse una buona idea. Quando ho aperto il forno, il vapore mi ha indicato che avevo un po’ esagerato. Guardando nella tazza, ho sorriso perché, in modo affettuoso, questo ricordo mi ha impegnato i pensieri.
I ricordi forse non aiutano a superare la sensazione di perdita ma ci rendono grati di tutto ciò che abbiamo avuto la possibilità di condividere con una persona che non c’è più, ci portano a sorridere e ci riempiono il cuore di affetto facendoci sentire addirittura meno soli.