Al naturale

L’ho fatto! Sabato scorso ho buttato via il mio beauty case e tutti i trucchi al suo interno. Non li usavo da tempo e il beauty case non aveva un suo posto nel nostro bagno.

Il mio Instagram per un certo periodo mi ha proposto video di influencer che si truccavano usando lo smartphone come specchio. Ecco io non è che sia mai stata una persona che mette molto trucco. Una delle poche volte che ho messo la matita un ragazzo con cui uscivo mi disse: „Sei bella come il sole: non ti si può guardare!“. Mi fece sorridere anche perché io per prima mi sentivo scomoda conciata così. Non capivo quindi perché l’algoritmo credesse io fossi interessata a tutorial e a prodotti di questo genere.

Mi sono chiesta anche che tipo di modello di donna io volessi essere e cosa volessi trasmettere. Per me truccarsi è nascondere, credere magari di migliorare ma è fingere di essere qualcosa che non si è. Io non voglio più farlo. Preferisco mostrarmi a chi mi vede per come sono, ho le mie imperfezioni e mi va bene così. Forse fa parte del diventare adulti, accettarsi e amarsi per come si è. E non è solo una cosa importante, ma è addirittura fondamentale. Mi vedrete allora, se vi tocca farlo, sempre al naturale. Sarò comunque sempre bella come il sole, non mi illudo!

Credi in te

La conosci quella resistenza dentro di te?

Quando la stanchezza e i dubbi

alzano la voce e le scuse

sembrano allettanti?

E nonostante ciò riesci a motivarti.

E vai.

Il tuo battito cardiaco diventa più veloce.

Il tuo respiro più profondo.

La tua mente più chiara.

Sei completamente immerso nel momento.

Nel tuo corpo. Nella tua vita.

E poi… la sensazione successiva.

Indescrivibile. Leggero. Forte. Sveglio.

Non perché era facile,

ma perché ce l’hai fatta.

Quell’orgoglio. Quell‘energia.

Questa vita.

Proprio per questo ne vale la pena.

Sempre e comunque.

Almut Schotte

Almut Schotte è stata per anni la proprietaria di uno studio di Pilates e Yoga a Stoccarda che io frequentavo con assiduità quando vivevo lì e che ha chiuso alla fine dello scorso anno.

La prima volta che partecipai a una sua lezione era in un camp di più ore di Pilates, organizzato per una giornata di festa nel 2017. Ne fui fulminata: era impossibile per me non fare quello che diceva. Era in grado di descrivere i movimenti in un modo così preciso che non mi era mai capitato di sentire. Così sportiva, gentile, attenta e disciplinata è diventata per me una fonte di ispirazione e un modello positivo di donna da seguire. Partecipare alle sue lezioni era un piacere.

Ora gestisce tra le altre cose un portale online di Yoga e Pilates al quale io sono rimasta iscritta fino a due anni fa, quando ripresi ad allenarmi in palestra dal vivo dopo la pandemia e il trasferimento a Weil der Stadt. Condivide inoltre su Instagram video e riflessioni interessanti relative allo sport e alla consapevolezza di se e del proprio corpo. Dopo così tanti anni è ancora per me illuminante seguirla.

Il testo che ho tradotto lo ha postato questa settimana e per me contiene tanta verità. Prendersi cura del proprio corpo allenandosi, credere nelle proprie possibilità, superare i limiti che la testa ci impone per non fare sport è per me una delle arti del sapere vivere bene. È un dovere ma soprattutto una passione: quella per me stessa. Io ho deciso di credere in me stessa, sempre.

Le mie nuove scarpe sportive, un regalo a me stessa: investire nella mia salute.

Proteggi i tuoi sogni

Quando avevo 16 anni feci per la scuola uno stage nello studio di un commercialista a Milano. Una mattina il padre di questo commercialista mi chiese cosa desiderassi fare da grande. „La giornalista!“, gli risposi senza esitare. Lui smontò subito il mio sogno dicendomi che se mio padre non era un giornalista, io in Italia avrei avuto poche chance di diventarlo.

Ripensando a questo episodio, mi è venuta in mente una frase che mi ha detto a marzo mia nipote Francesca: „Io, quando mi piace una cosa, non lo racconto“. Mi è sembrata subito un’affermazione molto matura per i suoi nove anni e ci ho visto del vero.

Quando si ha un sogno è meglio tenerselo per se e fare in silenzio il lavoro per raggiungerlo. Le persone, come quel signore, a volte parlano per dare aria alla bocca e non si rendono conto che le loro affermazioni possono tracciare un solco nella vita altrui. Meglio quindi essere cauti con ciò che ci sta a cuore. Parlandone non diventerà più reale ma muovendosi nella direzione per realizzarlo ci permetterà invece di guadagnare fiducia nei nostri mezzi e renderà il sogno più reale.

Io non mi lasciai scoraggiare da quel signore anzi. In realtà non sono diventata giornalista perché, dopo averci provato, mi sono resa conto che sarebbe stata una lunga strada quella che mi avrebbe condotta all’indipendenza economica e che la mia fame di autonomia era molto più grande della mia determinazione nell’inseguire questo sogno.

Scegli accuratamente le tue mosse

Ultimamente

Ho imparato che amare,
in qualsiasi forma,
non significa annullarmi ma
avermi bene in focus.
Ho imparato che,
a volte, la mente sa giocare
brutti scherzi e che
non tutto quello che penso
è per forza vero.
Ho imparato a non prendermi
troppo sul serio perché
di cose serie nella vita
ce ne sono tante,
forse troppe.
Ho imparato che posso funzionare bene
solo se mi metto in cima
alla lista delle mie priorità.
Ho imparato che ogni giorno
è una nuova possibilità e che
in ogni momento
posso decidere
di cambiare la mia sorte.
Ho imparato a stare con i pensieri scomodi.
Ho imparato che a un giorno buio
può seguirne uno soleggiato se
sono io a volerlo veramente.
Ho imparato a tenere salde le redini in mano
ma anche a mollarle del tutto
cavalcando liberamente.
Ho imparato a conoscermi e
ad accettarmi così come sono.
Ho imparato a pretendere meno.
Ho imparato ad accontentarmi.
Ho imparato a provarci.
Ho imparato a cadere,
a rialzarmi e
a cadere di nuovo,
meglio della volta precedente,
rialzandomi con più grazia.
Ho imparato a seguire i miei sogni.
Ho imparato a stare sulle mie gambe.
Ho imparato a delineare confini.
E ho anche imparato che
di imparare
io non voglio smettere mai.

Io alle Red Rocks a Calibishie

Regalare un sorriso non costa nulla

Camminare è gratuito.

La gratitudine è gratuita.

Essere gentili è gratuito.

Meditare è gratuito.

Chiamare un amico è gratuito.

Abbracciare qualcuno è gratuito.

Sdraiarsi sull’erba è gratuito.

Guardare il tramonto è gratuito.

Fare respiri profondi è gratuito.

Trascorrere del tempo nella natura è gratuito.

La luce del sole la mattina è gratuita.

La maggior parte delle cose in grado di guarirci sono gratuite.

Dal profilo Instagram di Hal Elrod

Da qualche mese incontro spesso la mattina presto nella mia via un signore anziano. Cammina con il deambulatore, è sempre vestito più pesante del necessario ed ha un cappellino in testa. L’ho notato subito perché ha lo sguardo malinconico, quello di chi ha avuto una vita pesante e ora è confrontato con la malattia. È sempre molto concentrato sempre sui suoi passi e sul percorso che ha da fare. Quando sono in giro con il passeggino, si ferma sul lato del marciapiede e mi fa posto. Dal semplice dirgli grazie sono passata a scambiarci qualche frase in più. Anche lui non è tedesco però mi capisce bene. Spesso sottolineo quanto lui sia diligente la mattina così presto nel fare la sua passeggiata. Lui, allora, timido mi sorride e mi fa sì con la testa.

A me non costa nulla essere gentile con lui anzi mi riempie il cuore quando vedo il suo volto illuminarsi nel fare un sorriso. A lui spero faccia piacere ricevere qualche parola di incoraggiamento in questa fase più faticosa della sua vita.

Un’amica una volta mi scrisse su un biglietto „Regalare un sorriso non costa nulla“ e per anni questo è stato il mio motto. Con il tempo ho imparato ad apprezzare i gesti di gentilezza incondizionati e credo ora sia giunto per me il momento di ridare indietro ciò che di bello la vita mi ha portato rendendo l’esperienza di chi mi circonda più piacevole.

Guardare il tramonto è gratuito

Sì, posso anche io essere felice

Una vita sana non è solo ciò che mangi:

  • È come parli a te stesso
  • Sono le persone di cui ti circondi
  • Sono le abitudini che crei
  • È come gestisci lo stress
  • Sono i limiti che metti
  • Sono i contenuti che consumi quotidianamente

@mindbodygreen

Ho trovato questa citazione sul profilo instagram di Arianna Huffington. Per me in questa frase è raccolta tanta verità.

Da diverso tempo a questa parte cerco di condurre una vita sana. Da ormai più di tre anni ho smesso di bere alcool e ho priorizzato la mia salute fisica e mentale. Ho imparato ad accentarmi così come sono ma a continuare a fare del mio meglio ogni giorno per diventare la persona che io so di poter essere. Le persone di cui mi circondo le scelgo con attenzione. Sono cordiale con tutti perché non sai mai a che punto si trovi la persona che ti sta di fronte. La mia rete di sicurezza, che altro non sono che i miei amici più stretti, è bella salda. Una parte fondamentale della mia vita sono lo sport e la spiritualità. Quest’ultima la curo quotidianamente meditando. Sport e meditazione sono la mia medicina più potente contro lo stress. Il mettere limiti, invece, mi è sempre risultato difficile. Ho appreso però che è fondamentale per delineare il proprio spazio sicuro. Solo proteggendosi così ci si sente bene veramente. Per quanto riguarda i contenuti, cerco di limitare il più possibile l’uso sconsiderato dei social media. In passato tendevo a confrontarmi, cosa per nulla costruttiva. Sono passata invece all’ammirazione sana di chi è più avanti di me nel proprio percorso di vita e ho iniziato a identificare modelli di persone per me positive da seguire.

La nostra vita è unica e io sono dell’idea debba essere il più piacevole possibile. Ho ancora difficoltà a concedermi il lusso di sentirmi felice, mi chiedo spesso se la felicità che provo in questo ultimo periodo sia per me. Mi guardo però indietro e riconosco i grandi progressi fatti nel prendermi cura di me stessa e mi dico: “Sì, posso anche io essere felice”.

Una riscoperta: camminare all’aria aperta è una delle cose che mi fa sentire davvero bene.

Tu meriti

Tu meriti di avere del tempo libero,
tu meriti riposo,
tu meriti pace,
tu meriti un ballo sotto le stelle,

un amore così grande da tenerti sveglio la notte,
un sorriso così intenso che fa male alle tue guance.
Tu meriti di essere scelto,
di essere ascoltato,
di essere visto.
Tu meriti ammirazione,
gioia,
meraviglia.

Tu. Meriti.

Amanda Suarez

La vita è sempre bella vista dall’amaca

Prendersi il tempo di leggere i titoli di coda

Nel 2007 andai per la prima volta al cinema in Germania. Non ricordo bene se fosse a Stoccarda o a Karlsruhe: ebbene sì, la mia memoria di elefante mi sta abbandonando. So bene però con chi ci andai e cosa vedemmo. Con il mio coinquilino Daniel e Maria, una ragazza russa che faceva come me e Daniel uno stage alla Bosch Power Tools, guardai American Gangster con Denzel Washington.

Alla fine del film accadde una cosa particolare: nessuno in sala fece cenno di alzarsi, il pubblico rimase seduto a leggere i titoli di coda. Successe poi anche tutte le altre volte che andai al cinema in Germania.

Questa è una cosa, che in Italia non si fa quasi mai, io ho imparato ad apprezzarla. La trovo un gesto di rispetto per chi ha lavorato intensamente alla realizzazione del film.

Quasi vent’anni dopo, lo scorso novembre, mi sono ritrovata io a restare seduta dopo aver visto Lee Miller, un film su una fotografa americana della Seconda Guerra Mondiale. Era per me chiaro che sarebbe stata la mia ultima volta al cinema per un po’ di tempo e viverla, vedendo un film che, oggi con gli orrori che Israele sta commettendo a Gaza, è più attuale che mai, mi ha portata a pensare a quanta crudeltà l‘uomo sia in grado di compiere.

A chi narra i crimini di guerra come nel film di Lee Miller va tutto il mio rispetto e per questo leggerne i nomi nei titoli di coda o nei report dei telegiornali è il minimo che posso fare.

Il cinema di Weil der Stadt

My happy meditation spot

I have an unquiet mind, and in the past, it was hard for me to wind down in the evening and relax my thoughts. This led to many difficulties when trying to fall asleep.

One technique that helped me out tackle this problem is meditation. In 2015 I downloaded the app Calm and began practicing with discipline. Most days I sit on my meditation cushion and focus on my breath.

I use Calm in English and let meditation teachers like Tamara Levitt, Jay Shetty and Jeff Warren guide my practice. My sleep quality has improved significantly. I don’t have any racing thoughts keeping my mind busy when I lie in bed to fall asleep.

In Stuttgart I had a happy meditation spot in our small flat: it was in our bedroom, directly in front of the French door with a view of the city’s television tower. Since we moved to Weil der Stadt I have been searching for a new happy meditation spot in our new house. A few weeks ago, I found it: it is in our living room, also in front of the French door, that we keep open in summer so that, in the evening, I can hear the crickets in the garden. I love it, and it really calms down my unquiet mind.

If you are interested in giving meditation a try, just reach out to me. I have 30-day guest passes for Calm Premium.

L’importanza di ascoltare

Ascoltando si passa dall’essere immersi in noi stessi alla condivisione della realtà altrui. Ascoltare mantiene attiva la mente perché permette di allenare la memoria. Ascoltare, anche quando si vorrebbe intervenire interrompendo chi parla, è un’ottima pratica per lasciare all’altro il momento. Ascoltare chi ci parla è una forma di rispetto e un dono grande. È un modo di prestare attenzione.

Ascoltare è una delle mie attività preferite. Non sempre ci riesco come vorrei ma il mio impegno è sempre molto alto.

Le chiacchiere più belle: seduti su una panchina