Ragazza di campagna

Io sono cresciuta in provincia di Milano, a Gaggiano. Secondo la mia professoressa di Geografia economica proprio il paese dal quale parte la provincia bella di Milano. Gaggiano è un’oasi felice in campagna. Ci sono risaie, campi di mais e ci percorsi in campagna belli da fare sia in bicicletta che a piedi.

Dopo un periodo nel quale ho vissuto in città a Karlsruhe e a Stoccarda, nel 2021 mi sono trasferita in una cittadina tedesca immersa nelle campagne e nel verde delle colline che si chiama Weil der Stadt. È alle porte della Foresta nera. Ci ho messo del tempo ma ora mi sento anche qui a casa e credo che sia perché la vita in campagna è quella a cui sono abituata.

Nell’ultimo periodo cammino così spesso nelle campagne di Weil der Stadt che i proprietari delle cascine e i trattoristi mi riconoscono e mi salutano. In campagna si incontra sempre la stessa gente e io saluto tutti, anche quando ho le cuffie nelle orecchie. A Weil der Stadt ä, nelle campagne che partono dalla via del cimitero, c‘è anche un maneggio e ogni tanto si incontrano persone a cavallo o che passeggiano con i loro cavalli e si vedono addirittura delle carrozze trainate da cavalli. Questo rende le mie passeggiate un po‘ idilliche.

Ho capito che la campagna è il mio ambiente: non importa in quale nazione. Io rimango una ragazza di campagna.

La campagna di Weil der Stadt

Rallentando

È rallentando che ti accorgi della bellezza che caratterizza la tua vita. Quando metti una marcia inferiore e ti godi il paesaggio del tuo quotidiano ti rendi conto che, in questa tua particolare vita, è bello esserci.

Questa mattina mi sono accorta, camminando piano e senza una meta precisa, di questi bellissimi fiori in un giardino di una casa all’interno delle mura di Weil der Stadt e quindi nel suo centro. Ero al telefono con mia mamma, mi sono fermata e sentita dire: „Guarda che bei fiori!“. Siccome mi sono accorta che non ero in videochiamata, ho subito aggiunto: „Ti mando una foto!“. Gliel’ho mandata e lei subito mi ha risposto che erano bellissimi.

Mi sono trovata poi a pensare che la bellezza nella vita non va inseguita ma semplicemente ammirata in ogni istante. Il semplice fatto che noi viviamo è già pieno di pura bellezza.

Fiori rossi e bellissimi

Non senti dolore? Sii grato.

Domenica scorsa ha iniziato a farmi male la pianta esterna del piede destro. A ogni passo sentivo dolore. Venerdì il medico di base ha constatato che la fascia era infiammata e mi ha prescritto di applicare una crema due volte al giorno. Già ieri il mio piede faceva meno male camminando.

Il corpo manda sempre dei segnali quando quello che facciamo non gli va bene. Quando sento un dolore fisico io presto particolare attenzione e mi chiedo da dove venga. Credo, infatti, nell’ultimo periodo di aver caricato di troppo peso i miei piedi e che l’infiammazione fosse il segnale del mio corpo per impormi di rallentare.

Spesso diamo per scontato che il nostro corpo funzioni e che permetta a noi di funzionare alla perfezione. Solo quando una sua parte ci fa male ci accorgiamo della nostra fortuna. Potersi muovere senza sentire dolori è un lusso che molto spesso tendiamo a sottovalutare. Si dice che quando ci manca qualcosa ci accorgiamo di quanto sia per noi fondamentale. A pensarci però questo è davvero triste. Alla nostra salute non dovremmo pensare solo quando non stiamo bene.

Dalla mia esperienza con il piede di questa settimana ho tratto la conclusione che dovrei essere più spesso grata del fatto che il corpo che mi contiene funzioni senza difficoltà. Prendermene cura è la mia più grande priorità.

La bellezza di un fiore scoperta camminando più lentamente questa settimana

MBSR: come la meditazione e lo yoga aiutano la psiche

Sto ascoltando l’audiolibro ,Coming to our senses’ di Jon Kabat-Zinn, il padre della Mindful-based Stress Reduction Therapy (MBSR). Lo trovo estremamente interessante perché sottolinea l’importanza della meditazione e della pratica dello yoga per diminuire il peso di problemi mentali legati allo stress. Di questa convinzione sono anch’io perché l’ho sperimentato sulla mia pelle.

Nel 2013 le mie due coinquiline mi misero la pulce nell’orecchio dicendomi che la meditazione avrebbe avuto un grande effetto calmante sulla mia mente irrequieta. Siccome io di natura sono diffidente, ci sono voluti due anni prima che mi avvicinassi a questa pratica. Lessi un articolo sulla app di meditazione Calm, mi iscrissi e iniziai a praticare. Dieci minuti al giorno che hanno subito fatto per me la differenza. Mi appassionai così tanto che iniziai a frequentare a Stoccarda un centro di meditazione gestito da una suora buddista. Partecipai a qualche lezione con lei ma poi dovetti smettere perché trovai un lavoro distante e non ebbi più il tempo per andare a lezione di persona. La app però non l’abbandonai.

Pratico la meditazione con grande disciplina. Ogni sera mi siedo sul mio cuscino, chiudo gli occhi e mi lascio guidare prestando attenzione al mio respiro.

Con la stessa assiduità ho imparato a integrare nella mia routine lo yoga che, con le sue figure, mi permette di concentrarmi sul mio corpo e sul mio respiro senza pensare ad altro. Ogni mattina srotolo il mio tappetino e con un’altra app, che si chiama alo moves, mi esercito. L’ho fatto anche in gravidanza, fino al giorno in cui mi si sono rotte le acque, perché era per me fondamentale mantenere un equilibrio interiore in una fase così delicata. Non ho sofferto di alcuno sbalzo di umore ad esempio.

Oggi sono una persona molto più consapevole, saranno anche i quasi 39 anni e l’esperienza di vita accumulata, ma io credo che un ruolo importante nel mio equilibrio lo giochino proprio la meditazione e lo yoga. Consiglio quindi vivamente a chi si trovi in una fase particolare della vita, nella quale il peso psichico dello stress sembra essere insormontabile, di provare ad avvicinarsi a queste due discipline e ad approfondire il tema della consapevolezza e dell’introspezione. A me hanno salvato la vita.

Il mio tappetino e il mio cuscino da meditazione

Vivere il tempo libero in modo attivo

Ieri, mentre facevo la mia passeggiata quotidiana per le vie di Weil der Stadt, mi è caduto l’occhio dietro la portafinestra di una villetta a schiera. Nel soggiorno c’erano un ragazzo e una ragazza seduti sul divano. Lei era avvolta in una coperta grande e lui mangiava da una scodella. Erano davanti alla televisione e trascorrevano così il pomeriggio del Venerdì Santo, che qui è festivo.

Istintivamente la mia mente ha pensato a quando, ormai quasi tre anni fa, ho deciso insieme a Dominik di disdire il nostro abbonamento a Netflix. Il motivo di questa nostra scelta era semplice. Ci siamo accorti che passare le serate davanti alla televisione era per noi un’attività passiva dalla quale non traevamo alcuna energia. Senza contare la frustrazione collegata alla scelta di cosa vedere: passavamo molto tempo a scrollare nella piattaforma prima di deciderci perché nulla ci sembrava particolarmente interessante.

Abbiamo disdetto l’abbonamento di Netflix e abbiamo iniziato a confrontarci sul come gestire il nostro tempo libero in maniera più attiva. La televisione l’abbiamo ancora e io la uso esclusivamente per vedere le notizie. Guardare serie non mi manca.

Da tempo, ad esempio, leggiamo insieme libri gialli, o meglio, io leggo e Dominik ascolta. Abbiamo allora intensificato questa attività che è nata come esercizio per me per acquisire più sicurezza nella lettura ad alta voce in tedesco. Ci sono poi venute in mente molte altre cose da fare e siamo entrati in un flow positivo, sentendoci più soddisfatti. Un’attività tirava l’altra.

Da questa decisione ho imparato ad avere fiducia che, nella vita, separarsi da qualcosa che è diventata un’abitudine che non ci rappresenta più può portare a nuove strade che, nel momento della rottura, non si immaginavano.

Vivere il mio tempo libero in maniera attiva mi fa sentire più connessa con me stessa. Vado a dormire sicuramente più soddisfatta di prima anche perché ho catturato così tanti assassini leggendo i nostri romanzi gialli che mi sento un’eroina.

Lo sport per me

Quando avevo 11 anni andai con la scuola per un giorno al Forum di Assago a provare diverse discipline sportive. Ricordo ancora come, in una sala corsi, io feci per la prima volta una lezione di aerobica con lo step.

Immaginai durante quell’ora di sport una versione di me adulta mentre mi allenavo a suon di musica la mattina. Ricordo quei pensieri come fosse ieri.

Allora ero una ragazzina molto sportiva, mi perdevo nei movimenti e bruciavo tutta l’energia che avevo durante le ore di sport, sia a scuola che durante gli allenamenti di pallavolo. Ero inoltre l’unica ragazzina della classe ad avere un voto molto alto in educazione fisica, strappato a un professore noto a scuola per essere un po’ maschilista.

Quando tre anni fa la mamma di Dominik mi regalò un pass di prova per la palestra di Weil der Stadt, che si chiama Fit Avenue, fu la mia salvezza. Non me la stavo passando benissimo a livello mentale e iniziare a partecipare ai corsi in quella palestra mi trascinò fuori dal periodo buio.

Mi appassionai subito a un corso in particolare che si chiama Hot & Strong ed è davvero un corso di aerobica a volte con lo step. Lo tiene una trainer che si chiama Marion e che parla in svevo, il dialetto di Stoccarda, ma io la capisco comunque perché lo sport è una lingua universale. Partecipando a questo corso per la prima volta, mi venne in mente subito quella prima ora al Forum di Assago e pensai che si stesse chiudendo un cerchio. La trainer poi mi ha presa in simpatia e si divertiva a mettere canzoni italiane per me. Fu lì che scoprii che Adriano Celentano ha fatto un feat con Peter Fox.

Per me lo sport è molto importante. Ho imparato a dargli un’alta priorità nella mia vita quotidiana perché contribuisce al mio equilibrio fisico e mentale. Anche e soprattutto adesso, che ho un nuovo compito, creo lo spazio necessario per praticarlo a casa perché so che ne approfitta anche chi mi circonda.

Fra qualche mese spero di andare di nuovo a Hot & Strong a bruciare le mie energie a ritmo di musica italiana. Marion, aspettami!

Foto copyright Fit Avenue

La mia religione

Questa è in parole povere la mia religione. Non c’è bisogno di templi e non c‘è bisogno di una filosofia complicata. La nostra mente e il nostro cuore sono il tempio; la filosofia è la gentilezza.

Dalai Lama

Oggi sulla mia app di meditazione Calm Tamara Levitt mi ha portato con questa frase a riflettere su quanto il motore della gentilezza sia in grado di muovere energie positive.

Io, per esempio, quando cammino per le strade della mia città e incontro qualcuno che non è assorto nei suoi pensieri e i nostri sguardi si incrociano, ho l’abitudine di salutare la persona con un sorriso cordiale. È una cosa che si usa fare qui in Germania e io l’ho subito fatta mia. La maggior parte delle volte le persone corrispondono il mio saluto illuminandosi nel viso. È per me un modo per dire: „Io ti vedo e ti porto rispetto salutandoti“.

Ho smesso di seguire un credo religioso ormai da diversi anni ma sono convinta che in ognuno di noi risieda il bene e che la vita non si stancherà mai di farcelo portare in superficie. Tutti noi possiamo irradiare la terra della nostra luce essendo gentili col prossimo: non costa nulla, fa bene al nostro cuore e a quello altrui.

Camminando per la mia città io saluto le persone con un sorriso gentile

Servire

Io credo ci sia qualcosa di sacro nel mettersi al servizio degli altri. Con questo intendo compiere qualcosa che sia utile al prossimo, sia questo una persona a noi cara o un perfetto sconosciuto.

Nel servizio doniamo totalmente le nostre azioni alla nostra controparte sentendo che ciò che compiamo fa la differenza. Per questo motivo si consiglia a chi soffre di depressione o, in generale, sta passando un momento difficile con se stesso di iniziare a fare volontariato.

Non bisogna però per forza entrare a far parte di un’associazione: si può iniziare a rendersi utili nel proprio ambiente, con le persone che caratterizzano la nostra quotidianità.

Io sono grande fan degli atti di spontanea generosità perché hanno un doppio potere benefico: fanno bene a te che li compi e a chi li riceve. Non c’è niente di più bello che vedere gli occhi contenti di una persona che sorprendi con un gesto gentile.

Quando mi sento giù di morale ho imparato a pormi la domanda „come posso rendermi utile?“. So che, compiendo un’azione che giova a qualcun altro, mi sentirò meglio e farò del bene.

Hai mai regalato un mazzo di fiori a qualcuno giusto così senza motivo?

Sai di essere speciale?

Delle volte cerchiamo, senza accorgercene, di dimostrare al mondo che vi apparteniamo. Inizialmente vogliamo piacere agli altri e che questi ci prendano in considerazione o apprezzino le nostre qualità. A un certo punto ci rendiamo conto della verità. Cerchiamo di appartenere a un gruppo di cui davvero non vogliamo essere parte. In realtà e più di ogni altra cosa desideriamo entrare a far parte del nostro gruppo personale. Sì, desideriamo conferma ma nel profondo del nostro cuore non ci aspettiamo che un altro ci dica quanto siamo speciali. Se questo è il caso il nostro bisogno di riconoscenza scompare sopraffatto da tutti gli altri. Sappiamo di essere speciali – lo sappiamo tutto da soli.

John Strelecky

Ognuno di noi è un fiore che altro non aspetta di sbocciare.

La vita è come i Lego

La vita è come i Lego. Ci sono momenti nei quali tutto fa clic mentre costruisci un bel futuro, poi ce ne sono altri quando non trovi il pezzo mancante o hai bisogno di scomporre tutto perché hai fatto errori. Ricordati però che non c’è fretta e che tu hai la forza di creare il tuo percorso. Stai calmo quindi e goditi il viaggio.

Jay Shetty

La vita è fatta di fasi: ognuno di noi vive periodi belli e periodi più difficili da gestire. Una chiave per affrontarli è sicuramente una leggerezza nel cuore. Sentirsi grati quando le cose vanno nel verso giusto e non disperare nei momenti più duri, relativizzando ciò che ci sta capitando e non prendendolo troppo sul serio.

Il bello sta nel considerare che nel nostro percorso non c’è nulla di giusto o di sbagliato: ogni esperienza che ci viene presentata ci permette di imparare qualcosa su di noi.

Personalmente concordo quindi sempre con la filosofia del ‘godersi il proprio viaggio’ perché uno ne abbiamo e ostacolarci con pensieri negativi è solamente controproducente.

Ognuno di noi fa il suo percorso, al suo ritmo: confrontarsi con gli altri non porta a molto. Crea solamente pressione e insoddisfazione. Le cose ci accadono sempre quando è arrivato il nostro momento per affrontarle e quando siamo pronti per la sfida che ci aspetta.

Io ci ho messo molto ad abbracciare questa filosofia però, ora che l’ho interiorizzata, mi sento definitivamente più libera nell’affrontare la mia esperienza di vita.

L’importante è essere presenti nel vivere il proprio percorso: chissà dove ci condurrà.