5.500 km in sella ad Alfred, così si chiama la sua bicicletta, partendo da Stoccarda in Germania e arrivando a Cadice in Spagna. Questo il viaggio raccontato da Tobias Traunecker mercoledì 22 marzo 2017 in una sala gremita del Waldhorn di Heimsheim durante un evento sponsorizzato dal negozio di biciclette Rad Sport Koch che lo ha supportato e consigliato nella sua impresa.
Il tour iniziato l’8 giugno 2016 e durato circa cinque mesi è il terzo del suo genere compiuto da Tobias: il primo viaggio è datato 2013 durante il quale il ragazzo ha pedalato da Stoccarda al festival Rototom di Benicassim vicino a Valencia e il secondo lo ha invece compiuto l’anno successivo sempre con destinazione Rototom ma partendo dal Portogallo. Dalle esperienze collezionate macinando chilometri di strada in bicicletta e dalla sua passione per viaggiare è nato il travel blog fernerleben.de sul quale il giovane ci fa rivivere l’unicità dei momenti vissuti raccontando ogni tappa percorsa. Non solo si possono consultare i suoi resoconti di viaggio in lingua tedesca ma è anche possibile leggere utili articoli con consigli sull’equipaggiamento necessario qualora si decidesse di partire per un tour di diversi mesi in bicicletta.
Percorrendo un itinerario a zigzag, Tobias Traunecker si era prefissato per la sua avventura del 2016 l’obiettivo di fare un cammino di Santiago per vie alternative. Passando dalla Svizzera, attraversando la Francia Meridionale per arrivare all’Atlantico e proseguendo per il Camino del Norte fino a Santiago di Campostela il ciclista ha continuato ancora una volta verso il Rototom di Benicassim per poi concludere a sud della Spagna nella città di Cadice. Non proprio mosso dallo spirito del pellegrino, il travel blogger era più incentrato sulla prestazione sportiva e sull’esperienza spirituale che secondo lui ognuno fa durante un viaggio di questo tipo.
Michi a Kehl, Max a Losanna, Charlotte sulla costa atlantica francese e Josie, anche lei in viaggio per la Spagna col camper e due cani: questi gli amici che ha colto l’occasione per visitare o incontrare durante il percorso. Pedalando è stato piacevolmente sorpreso dall’ospitalità straniera, dalle feste di studenti a cui non ha saputo rinunciare anche se aveva davanti a se 150 km il giorno successivo, da suoi colloqui con Alfred quando il vento o le condizioni del terreno non erano favorevoli, dagli sguardi dei cani randagi mentre li consolava con baguette e chorrizo e ovviamente dall’incontro con altri pellegrini con cui ha cantato e festeggiato la pienezza della vita.
Si è fissato limiti e li ha oltrepassati capendo che 130 km al giorno sono troppi, specialmente quando si è all’inizio e non si è ancora troppo allenati, però anche che 207 km in un giorno sono un traguardo possibile e da festeggiare ma che comunque prefissarsi di riuscire a pedalare per 3.000 km in 30 giorni è chiedere troppo a se stessi.
Tobias ha vissuto il suo momento spirituale più alto in un monastero nei Paesi Baschi dopo il quale ha deciso di non andare a visitare la cattedrale di Santiago di Campostela perchè sapeva sarebbe stata invasa da troppa gente e nella quale non necessariamente avrebbe provato un’emozione tanto forte come quella nel monastero.
Ha trovato un bastone da pellegrino per strada, ha avuto un incontro del terzo tipo con uno spaventapasseri con le sembianze di un alieno, ha visto la ‘fine del mondo’ al mare dopo Santiago che per lui ha simboleggiato l’inizio di un nuovo mondo, ha urlato contro il vento e ha subito il furto della sua amata fotocamera e per questo motivo di una settimana non ci sono foto.
Ha visto gli alberi di olive nella Francia meridionale, ha creduto di annusare l’odore australiano sull’Atlantico per poi accorgersi che c’era un cerbiatto morto al margine della strada, ha attraversato spiagge trascinando la bicicletta a mano, ha pedalato con 42 gradi di temperatura e ha conosciuto da vicino le misere condizioni e il triste ambiente di lavoro dei migranti che coltivano i pomodori spagnoli che serviamo sulle nostre tavole.
Stanco di vedere spazzatura sulle strade spagnole da lui percorse, l’ha raccolta, trasportata in bicicletta e depositata vicino a cestini dell’immondizia invitando inoltre il pubblico presente in sala a portare con se sempre una busta per raccogliere la sporcizia quando si va a fare una passeggiata cosicché la terra ne possa approfittare diventando un posto migliore.
Alla mia domanda: “Qual è la cosa più grande che ti ha trasmesso questo viaggio?”, il travel blogger ha risposto di getto dicendo una grande verità a cui spesso si fatica a credere forse anche un po’ per pigrizia: “Da questa esperienza ho imparato che se hai un obiettivo nella tua vita non devi dubitare, in qualche modo puoi stare certo che lo raggiungerai. Ci devi credere però e soprattutto metterti in moto per raggiungerlo“.
Il pubblico del Waldhorn è uscito sicuramente arricchito nello spirito e nella mente grazie alle parole di questo giovane così entusiasta della vita. Spero Tobias Traunecker riesca condividere i racconti dei suoi viaggi e delle sue esperienze in altre occasioni e in altri luoghi. Ascoltarlo ne vale davvero la pena.
Gennaro
Fantastico racconto! Grazie ❤️
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Angela Fradegradi
Grazie a te Gennaro 🙂
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