Staccare

Quest’anno, dopo essere tornati a inizio gennaio dai Caraibi, non abbiamo fatto una vacanza vera e propria. Non era quindi una sorpresa che io mi sentissi ‘Urlaubsreif’ (matura per le vacanze), come dicono i tedeschi, da diverse settimane prima della nostra partenza a fine agosto.

Siamo stati un weekend lungo a Milano per poi scendere verso la Toscana. Qui abbiamo già visitato Volterra, Montepulciano e questa mattina siamo arrivati a Castiglione della Pescaia, la nostra penultima tappa.

In una sessione di meditazione ho sentito questa frase: “Molte cose funzionano meglio dopo averle staccate per un po’, anche tu!”. Io credo che questo sia tanto vero.

In questi giorni io mi sto concentrando sul ricaricare le mie batterie, sul visitare in modo consapevole posti nuovi, sull’interagire con chi non conosco e sul vivere nel momento in cui mi trovo.

Ci sono molte novità nella mia vita attualmente ma io ora cerco di rifiatare per affrontarle nel modo più preparato possibile. A piccoli passi si scalano anche le vette più ostiche: io ho deciso di continuare camminare in luoghi che non conosco e di godermene il paesaggio.

Il cielo sopra Montepulciano

La sveglia presto

Da quando ho iniziato a lavorare da Endress+Hauser sono circondata da Morning People. Alle 07:30 io sono la penultima che arriva in ufficio e questo già dice molto.

Ho imparato in questi ultimi cinque anni ad appezzare il fatto che, iniziando presto, ho parte del pomeriggio a disposizione per attività che mi fanno bene.

La prima cosa che faccio di mattina però non è quella di prepararmi per uscire ma la mia prima ora e mezza della giornata la dedico a me e ad attività come lo yoga o un inizio lento di giornata con una buona colazione preparata con cura. Questo perché sono dell’idea che, appena svegli, bisogna prendersi cura per prima cosa di se stessi prima di dedicarsi agli altri e mostrarsi alla società. Ci ho messo del tempo ma ho imparato che la mia prima priorità sono io.

Questa mattina, che è la seconda per noi di vacanza, complice il caldo torrido di una Gaggiano estiva, ho aperto gli occhi quasi allo stesso orario in cui suona la mia sveglia durante la settimana lavorativa. Ho ammirato l’alba dalla finestra e osservato il mio paese di origine svegliarsi. Un privilegio!

Staccare e ricaricare

Un tour dell’Andalusia, due zaini, diversi biglietti di bus e treno prenotati in anticipo, innumerevoli check-in online, inserire un numero indefinito di volte il nostro numero di carta di identità, pagare tutto con la carta ché gli spagnoli sono diventati digitali dopo la pandemia. Due Alcazar, un Alcazaba, il Castillo di Santa Catalina, un teatro romano, salire sulla torre della cattedrale e ammirare una città dall’alto. Nuotare nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico. Ritrovarsi in spiaggia a non fare altro che guardare l’allenamento di tre giovani portieri e rendersi conto che queste vacanze, sì queste vacanze sono delle belle vacanze.

Ci si allena sulle spiagge andaluse

Ritrovarmi a settembre

Partire per un lungo viaggio on the road con destinazione Paesi Baschi. Dimenticare il cellulare, prendendolo in mano la maggior parte delle volte solo per fare e condividere foto. Godermi i bagni nell’Oceano Atlantico, la cui acqua era più calda di quanto pensassi. Fare delle belle camminate nella natura, sentendo al loro termine la fatica nei miei piedi. Cucinare e mangiare bene. Riuscire a capire e a farmi capire in spagnolo ordinando ogni mattina in modo diverso il pane nella prima località dove abbiamo alloggiato al mare. Passare poi una settimana in un paesino sperduto dell’entroterra dove non c’era neanche una panetteria e quindi tutta quella scioltezza nell’ordinare il pane non mi era più utile. Prendere parte la prima sera in questo paese a una festa della valle e scoprirmi affascinata dalle danze popolari basche. Fare yoga ogni volta che il mio corpo e la mia mente ne avevano bisogno. Meditare ogni giorno. Leggere in silenzio e ad alta voce. Visitare San Sebastian e Vitoria Gasteiz: due città completamente diverse ma che meritano di essere viste. Parlare, ridere e condividere questa esperienza con la mia persona preferita. Stare bene, stare proprio bene e non essere altro che felice. A volte basta solo una vacanza nel posto giusto e con la persona giusta per riconnettersi. È settembre e io sono pronta!

Dominica

Dominica è un’isola dei Caraibi che spesso viene scambiata per la Repubblica Dominicana. È però un’ex colonia inglese, indipendente dal 1978, appartenente al Commonwealth e in cui si guida a sinistra.
È un’isola verde, dove solitamente piove molto, che è vittima a volte di uragani come Maria capaci di distruggere edifici, strade e alberi. A noi però ha regalato due settimane e mezzo di bel sole.
Ha tante cascate e bacini nei quali è possibile fare il bagno a volte con acqua calda, altre freddissima. Ha un’origine vulcanica e per questo ha spiagge come Bubble Beach con un bacino di acqua calda direttamente nel mare.
È baciata sia dal Mar dei Caraibi che dall’Oceano Atlantico e fra i due si può notare la differenza. Il Mar dei Caraibi ha una temperatura più calda e l’Atlantico è più chiaro e leggermente più freddo.
A Dominica hai la possibilità di vedere molti arcobaleni, a volte anche dentro una cascata.
A Dominica quando incontri qualcuno lo saluti sia a voce che con il clacson se sei in auto e ció è assolutamente normale anche se le persone non le conosci.
A Dominica si fa ancora l’autostop e, se non sei del luogo, vieni aiutato a trovare un passaggio.
A Dominica fare hiking è sempre un’avventura e quando meno te lo aspetti ti ritrovi a scalare una roccia con la corda.
Insomma Dominica merita, merita tanto: ecco alcune foto a conferma di questa tesi.