Durante i miei primi anni universitari ho avuto il piacere di allenare nel tempo libero una squadra Under 12 di pallavolo. La maggior parte erano bambine tra i nove e i dieci anni che si confrontavano per la prima volta con la pallavolo. Alcune erano più portate altre meno ma erano tutte volenterose di imparare a giocare. Spesso erano confrontate però con esercizi la cui manualità superava le loro capacità. Allora mi guardavano con una faccia a punto di domanda e mi dicevano: “Non sono capace!”. Io, che sono una testa dura, gli rispondevo: “Con me non sono capace non esiste, esercitarsi invece sì”.
Ancora oggi sono di questa convinzione: possiamo imparare tutto. Con un esercizio costante e un obiettivo da raggiungere siamo in grado di muovere in noi forze che a un primo impatto dubitiamo di avere.
Una frase di Vittorio Alfieri che la mia professoressa delle superiori una volta citò e che mi rimase impressa.
Imparare: v. tr. [lat. *imparare, comp. di in-1 e parare «procurare»; propr. «procacciarsi una nozione», o sim.]. – 1.a. Acquistare cognizione di qualche cosa, o fare propria una serie di cognizioni (relative a un’arte, a una scienza, a un’attività, ecc.), per mezzo dello studio, dell’esercizio, dell’osservazione, della pratica, attraverso l’esempio altrui, ecc. [Definizione completa sul sito di Treccani]
Alcuni di voi magari si ricorderanno la definizione di verbi di moto appresa durante le lezioni di grammatica italiana alle elementari. I verbi di moto sono quei verbi che esprimono un movimento (come andare, scendere, uscire, guidare, ecc.). Secondo me a questa categoria dovrebbe appartenere anche ‘imparare’. Il motivo della mia affermazione è semplice: imparare qualcosa di nuovo smuove il tuo sistema e attiva il tuo cervello. Esercitandoti con costanza sarai in grado di arrivare a un livello che nemmeno osavi immaginare all’inizio del tuo percorso di apprendimento. Chi si mantiene attivo e interessato non invecchia, inoltre passare il tempo migliorando le nostre abilità facendo ciò che più ci piace ha un effetto terapeutico: scaccia la tristezza e impegna la mente. Imparare, spero che a questo punto converrete con me, ha come verbo un carattere di moto perché appunto ci mantiene attivi.
Il post di Giulia Borriello
Qualora ancora foste scettici, vi racconto che a conferma della mia tesi lunedì, navigando su Linkedin, ho trovato questo post della psicologa Giulia Borriello nel quale cita una frase di T.H. White che esprime proprio questo concetto e non ho potuto non farne uno screenshot. Io non conosco personalmente Giulia Borriello ma l’ammiro molto. Dal 2012 è tra i miei contatti di Linkedin. Non so esattamente come mi abbia trovata. Ricordo che era un giorno del 2012, il mio primo anno in Germania in cui ero spesso a Berlino per lavoro, quando trovai in Linkedin la sua richiesta di entrare a far parte del mio network di contatti. Vidi che avevamo una persona in comune, che anche lei aveva studiato a Milano e mi chiesi: vorrà dirmi qualcosa questa psicologa italiana esperta nel settore cognitivo-comportamentale che vive a Berlino? E così l’aggiunsi subito. In realtà finora ho avuto pochi contatti diretti con lei, ogni tanto sono io che commento i suoi post: leggo infatti sempre con grande interesse ciò che condivide e l’ammiro molto per il suo lavoro e per i servizi che offre a supporto della comunità italiana berlinese. Posso solo consigliarvi di seguirla anche voi qualora abbiate Linkedin. Non ditemi che vi state chiedendo: “e perché mai dovrei farlo?!” La risposta anche qui è semplice: Per imparare qualcosa di nuovo, magari?!