Tieni stretto in mano il tuo destino

Quando ti svegli la mattina, dì a te stesso:

“Non trascorrerò questa giornata in modo passivo,

non farò solamente quello che mi dicono gli altri di fare.

Prenderò l’iniziativa e terrò stretto in mano

il mio destino”.

Haemin Sunim

Ci sono giorni nei quali la nostra mente ci induce a trascorrerli in modo passivo: o ci facciamo trasportare dagli eventi previsti o gettiamo direttamente la spugna e tiriamo su le coperte non iniziando neanche la giornata. In entrambi i casi arriviamo a fine serata con un senso profondo di insoddisfazione. Questo però non ci preserva dal decidere consapevolmente di nuovo di vivere alcune delle nostre giornate in modo passivo.

Siamo umani, quindi non perfetti, e la nostra mente impara da come agiamo. Se indulgiamo nella passività la troveremo a un certo punto una scelta più attraente perché è un terreno a noi conosciuto. Se invece decidiamo di andare contro alla corrente che la nostra testa cerca di farci seguire instaureremo un nuovo percorso. La forza viene incominciando e decidendo di prenderci carico del nostro destino in modo consapevole ogni giorno.

Qualora tu dovessi sentirti non motivato, cerca di sforzarti a fare il primo passo, trova una frase che per te funzioni e ripetila come un mantra per aiutarti a incominciare la tua giornata nel verso giusto. Non dare la tua vita per scontata, il tuo destino dipende dalle tue scelte.

Il tuo tempo scorre, fanne tesoro.

Una tradizione per me irrinunciabile

Se c’è una cosa che ricordo con piacere del mio periodo da stagista alla Bosch nel 2007 è, quando il mercoledì mattina, uscendo da casa, incontravo sul mio percorso delle donne che portavano con se un cesto in vimini. Curiosa come sono, ho scoperto che questa è una cosa tipica tedesca delle persone che vanno a fare acquisti al mercato settimanale. Il mercoledì era infatti giorno di mercato nella cittadina dove vivevo.

Da quando ci siamo trasferiti nel 2015 a Stoccarda, abbiamo iniziato anche noi a essere assidui frequentatori del mercato settimanale. Questo però è molto differente dal classico mercato italiano. In Germania al mercato si possono solamente comprare generi alimentari e fiori. A Weil der Stadt, la cittadina dove ora viviamo, il mercato è il sabato mattina e si possono trovare ad esempio bancarelle di frutta e verdura, una bancarella enogastronomica, una che vende il miele, un venditore di pesce, un panettiere, la macellaia, il fiorista e il signore del formaggio. Prima c’era anche un signore che vendeva le uova e la carne di pollo e tacchino ma è andato in pensione a metà dello scorso anno.

Andare al mercato il sabato mattina è per me diventata una tradizione: punto la sveglia relativamente presto, quando tutti gli altri ancora dormono, e mi dirigo prima verso il panettiere e poi alla Piazza del Mercato di Weil der Stadt. Compro principalmente prodotti per la colazione come i brezel, il formaggio e il burro fresco e poi vado dalla macellaia a comprare affettato e carne per il weekend. Ho sempre con me una lista delle cose che mi servono ma ogni tanto mi dedico un’attenzione in più e torno a casa con un bel mazzo di fiori. Un altro appuntamento settimanale è in inverno quello con l’alba alle 08:15 nella strada della stazione. Mi fermo sulla via di casa ad ammirarla. È un piacere iniziare così i miei fine settimana, rallentando e uscendo di prima mattina. Al mio rientro facciamo quella che io chiamo “Una colazione da re”.

La scrittura libera per guardarsi dentro

Da un anno e mezzo a questa parte, ogni mattina, mi ritaglio dieci minuti di tempo per scrivere su un diario digitale quello che mi impegna la testa. Ho iniziato a farlo perché avevo difficoltà a iniziare le mie giornate in modo positivo e, scrivendo i miei pensieri, ero in grado di buttare fuori ciò che avevo dentro. Non rileggo mai quello che ho scritto, lo salvo però nel documento di testo e il giorno dopo ricomincio da capo.

Questa settimana, sulla rivista tedesca Flow, ho letto un articolo proprio su questa pratica. L’esperta di scrittura creativa intervistata riteneva che esprimere in modo libero su carta i propri pensieri di prima mattina può essere terapeutico. Io posso affermare che con me ha funzionato: vivo ora le mie giornate fin da subito in modo differente e non vedo l’ora di aprire il file per guardarmi dentro e chiedermi come mi senta.

Scrivere è guardarsi dentro senza giudicarsi – immagine creata con Microsoft Bing

Una strategia per la gestione dei cambiamenti

Io non sono molto brava a gestire i cambiamenti.

In passato, quando mi capitava qualcosa di nuovo, la mia prima reazione era quella di agitarmi nel cercare una via per gestire la novità. Tendevo a chiudermi e a proteggere la mia situazione attuale bloccando il corso delle cose. Con il tempo però ho imparato ad applicare una strategia più costruttiva.

Taglio l‘elefante in piccole porzioni: mi concentro sul primo passo da compiere poi, a uno a uno, su quelli successivi.

Questa strategia mi permette di non perdere la calma di fronte a un cambiamento repentino, di accettarlo e di implementarlo piano piano nella mia vita di tutti i giorni. Mi da inoltre la possibilità di adattarmi alla nuova situazione rispettando i miei tempi. Non mi chiudo di fronte alla novità ma correggo il mio corso.

La vita è un continuo cambiamento e io, come un ruscello, ho deciso di adattarmi al suo corso, facendo una curva ma non permettendole di intaccare la mia direzione.

Le pietre nello zaino sono più leggere se condivise

Una volta un collega, che stava vivendo una separazione dalla sua fidanzata storica, mi disse di non voler caricare i propri amici del fardello dei suoi problemi. Io pensai subito che questa sua affermazione non fosse giusta.

Condividere il proprio percorso con gli amici più stretti è una delle cose più importanti nella vita. Gli amici sono in grado di prendersi carico delle pietre nel tuo zaino e di alleggerirti il cammino.

Ho scritto in passato diverse volte quanto sia importante crearsi una rete di supporto: non devono essere molte le persone che vi fanno parte ma devono soprattutto farci sentire bene. Proprio in questi ultimi giorni ne sto sentendo in prima persona l’importanza.

Sono infinitamente grata della presenza della mia rete di supporto nella mia vita, persone per me preziose quanto l’aria che respiro. A ognuna di loro va il mio grazie più sincero per il semplice fatto che ci sono, non giudicano, fanno il tifo e mi sostengono quando io barcollo.

Io non cammino da sola

La corona dell’Avvento

C’è una tradizione tedesca che io quest’anno ho deciso di fare mia. In Germania si usa, prima che incominci il periodo d’Avvento, comprare o fare a mano una corona dell’Avvento. Si tratta di una ghirlanda di sempreverdi con quattro candele, una per ogni domenica d’Avvento. Le candele si accendono, solitamente durante i pasti, una alla volta ogni domenica.

L’Avvento è un momento d’attesa e quest’anno l’attesa ha per me un doppio significato.

Ho sempre ammirato questa tradizione a casa degli altri e, per la prima volta, ho deciso di farla mia. Ho acquistato la mia corona al mercatino di Natale della scuola superiore di Weil der Stadt, sponsorizzando la gita fuori porta dei ragazzi della nona classe.

Io credo che mangiare a lume di candela dia al pasto una certa sacralità: non è scontato putroppo al mondo avere del cibo buono da consumare e di questo si dovrebbe essere grati ogni giorno, non solo durante l’Avvento.

La mia corona dell’Avvento

Bericht einer Zugfahrt mit Sinn

Ich war am Freitag in der S-Bahn und hatte mir vorgenommen ein Buch zu lesen. Ich konnte mein Vorhaben während der ersten 15 Minuten der Fahrt verwirklichen, aber dann stiegen sie in den Zug ein. Drei Mädchen: Eine deutsche und zwei osteuropäische junge Frauen. Sie fingen direkt an, sich tief zu unterhalten, sodass ich beschloss, mein Buch wegzupacken.

Ich schaute aus dem Fenster und hörte unauffällig ihr Gespräch zu. Sie unterhielten sich über ihre Ausbildung als Optikerinnen und sprachen über die deutsche Sprache. Die zwei Ausländerinnen berichteten, wie sie die Jugendsprache witzig finden und wie sie mit dem schwäbischen Dialekt zu kämpfen hatten aber ihn trotzdem sehr schön fanden. Sie waren beide nicht lange in Deutschland aber bemühten sich sehr, die Sprache zu lernen.

Ein Mädchen war aus der Ukraine und seit zwei Jahren in Deutschland. Ich fand, sie sprach gut. Sie wollte bestimmt nicht unbedingt nach Deutschland ziehen aber jetzt, dass sie da ist, bemüht sich um eine Ausbildung in der sie aktiv mit Kunden sprechen muss.

Ich kann nicht sagen, dass sie mich an meine Anfänge in Deutschland erinnerten, weil ich nach Deutschland kam, als ich bereits gute Vorkenntnisse hatte, aber ich empfand für die beiden Mädchen große Sympathie.

Ich finde für viele Deutsche ist es nicht so präsent, wie schwer Deutsch als Sprache ist. Genau das war für mich immer der Grund, warum ich Deutsch lernte: Die Sprache ist schwierig und man muss sich sehr bemühen, um sie gut zu beherrschen.

Oft betrachten wir als selbstverständlich, dass jemand eine Sprache spricht, in der wir uns unterhalten können und sehen aber nicht, wie viel Mühe die Person hatte, um sie zu lernen. Sprachen sind für mich nicht nur meine Leidenschaft, sondern auch mein Beruf geworden und ich denke, man sollte allgemein mehr Geduld üben, wenn man sich mit jemandem unterhält, der kein Muttersprachler ist.

Ich stieg aus dem Zug aus und habe mich irgendwie dankbar gefühlt, dass ich der Konversation folgen konnte und dachte nach, wie vielfältig die deutsche Gesellschaft ist. Ich bin jedenfalls sehr dankbar, mit diesen Mädchen ein Teil davon zu sein.

Eine Zugfahrt kann auch etwas Besonderes werden

Per sentirti felice ti serve un obiettivo

La felicità significa essenzialmente avere un obiettivo e seguirlo con tutto il cuore senza rimpianti o esitazioni.

William Sheldon

Ho trovato questa frase in un libricino che mi ha regalato una mia amica per l’inizio della mia maternità. Credo che per mantenere un certo spirito positivo sia necessario porsi un obiettivo.

Ricordo che, quando mio papà era all’ultimo stadio della sua malattia, ricevette la visita a casa del dottor José Pablo Werba dell’Ospedale Monzino a cui era rimasto positivamente impresso anche perché era di Gaggiano, paese verso cui il medico pedalava volentieri nei fine settimana. Werba gli disse di darsi piccoli obiettivi, il cui raggiungimento lo avrebbe fatto felice e alleviato dal peso della malattia.

Io ritengo che in questo consiglio ci sia della verità: non importa quanto sia difficoltoso il periodo che stiamo affrontando, concentrarci su piccoli traguardi ci può aiutare a sentirci più soddisfatti, migliorando la nostra condizione d’animo. Dobbiamo farci coraggio e avere fiducia nelle nostre possibilità non dubitandone neanche un momento. La vita ci regalerà una leggerezza nello spirito al raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati.

Non dimenticarti di godere del paesaggio, una volta arrivato.

Ho la testa dura

Se c’è una caratteristica che mi accompagna fin da quando sono piccola è la testardaggine. Questa qualità può essere giudicata in modo positivo ma anche negativo. Il mio parere sulla mia testardaggine è decisamente positivo.

Quando mi fisso un obiettivo mi sento un po’ come Sheldon di The Big Bang Theory quando bussa alla porta di Penny. Non mollo la presa, non importa quante volte io abbia mancato il traguardo.

Ricordo ancora come fosse ieri quanti pomeriggi da bambina passavo a giocare a pallavolo contro il muro. In estate lo facevo in cortile, in inverno in cameretta. Volevo a tutti i costi imparare a giocare bene ed ero assorbita in questa attività.

La mia fissa di oggi è lo yoga la mattina prima di mostrarmi al mondo. Non sempre riesco a praticarlo perché a volte mi sveglio stanca ma non smetto di puntare la sveglia presto per avere tutto il tempo di fare esercizio prima di uscire per andare al lavoro.

Per me è una questione di principio: non importa quante volte io non raggiunga qualcosa, l’importante per me è sapere la strada da seguire e non smettere di percorrerla.

La mia testa dura mi è stata utile in diverse occasioni della mia vita, mi ha permesso di capire quanto conta l’impegno in quello che facciamo e mi ha dato la possibilità di provare grande soddisfazione quando finalmente ho raggiunto gli obiettivi che mi ero posta.

Per questi motivi io quando vedo una persona determinata e combattiva la rispetto perché sono consapevole di quanto sia facile mollare la presa e di quanti sforzi richieda rimanere concentrati sulla propria via e continuare a dire: “Penny, Penny, Penny…!”. La porta, per chi ci mette impegno e costanza, si aprirà sempre.

Penny, Penny, Penny!

Prendi la vita con il sorriso

Il più delle volte siamo così immersi nella nostra realtà che ci dimentichiamo di provare piacere vivendo la nostra vita. Questa settimana ho riflettuto sull’importanza di prendere la vita con il sorriso perché ne alleggerisce il peso.

Quante volte passiamo davanti alla nostra immagine riflessa nello specchio senza prestarci troppa attenzione. Se invece ci fermiamo un istante a guardarci negli occhi e ci regaliamo un sorriso, compiaciuti di come stiamo affrontando tutte le sfide che la vita ci pone davanti, sentiremo immediatamente una sensazione di leggerezza nel cuore. 

Prendere la vita troppo sul serio può risultare difficile da gestire, regalare a noi stessi e a chi ci sta intorno un sorriso non costa niente e porta solamente benefici. Più abbiamo un atteggiamento positivo, più ci verrà facile notare ciò che di bello caratterizza la nostra quotidianità. 

Questa positività la possiamo applicare sin dai primi momenti della nostra giornata di modo che questa possa partire dal verso giusto. Regalarci un sorriso appena svegli ha effetti benefici sul decorso della nostra giornata perché, come dice il detto popolare, chi ben comincia è a metà dell’opera.

E tu ti sei già regalato un sorriso oggi?