Le casette degli asparagi

Una cosa tipica della provincia di Stoccarda sono le cosiddette „Casette degli asparagi“. In tedesco si chiamano „Spargelhäuschen“.

Cosa sono?! Sono delle piccole bancarelle, di solito a forma di fragola, che tra metà aprile e fine giugno si possono trovare al lato della strada e che vendono principalmente asparagi e fragole.

Questi prodotti provengono direttamente dai coltivatori, sono di solito più a buon mercato rispetto a quelli da banco e più freschi.

Anche a Weil der Stadt ci sono due casette degli asparagi. Io di solito vado a quella in legno vicino alla rotonda. Oggi ho preso coraggio e ho chiesto, per cortesia, se potessi fare una foto perché in Italia non ci sono e la venditrice tutta inorgoglita allora si è messa in posa.

Io vado lì volentieri perché la signora è gentile e poi perché gli asparagi e le fragole che si comprano lì sono locali e davvero molto buoni.

Profumo d’estate

Questa mattina è successo improvvisamente. Stavo attraversando la strada per andare verso il centro e l’ho sentito entrarmi nelle narici. Quel profumo inconfondibile per me d’estate. È difficile da descrivere: è l’odore di asfalto illuminato forte dal sole misto a quello dei motori delle macchine accese ma ferme.

Mi ha catapultato alle mie estati di ragazzina, quando la mia unica preoccupazione era andare all’animazione estiva di Gaggiano. A volte, quando ero in anticipo, facevo il giro più lungo, camminando sul ponte grande sul quale circolano le auto, e respiravo, passando accanto al semaforo, questo profumo d’estate.

In estate per me è tutto più bello perché più intenso proprio come questo inconfondibile profumo.

Anche il colore dei fiori è più intenso d’estate

Ragazza di campagna

Io sono cresciuta in provincia di Milano, a Gaggiano. Secondo la mia professoressa di Geografia economica proprio il paese dal quale parte la provincia bella di Milano. Gaggiano è un’oasi felice in campagna. Ci sono risaie, campi di mais e ci percorsi in campagna belli da fare sia in bicicletta che a piedi.

Dopo un periodo nel quale ho vissuto in città a Karlsruhe e a Stoccarda, nel 2021 mi sono trasferita in una cittadina tedesca immersa nelle campagne e nel verde delle colline che si chiama Weil der Stadt. È alle porte della Foresta nera. Ci ho messo del tempo ma ora mi sento anche qui a casa e credo che sia perché la vita in campagna è quella a cui sono abituata.

Nell’ultimo periodo cammino così spesso nelle campagne di Weil der Stadt che i proprietari delle cascine e i trattoristi mi riconoscono e mi salutano. In campagna si incontra sempre la stessa gente e io saluto tutti, anche quando ho le cuffie nelle orecchie. A Weil der Stadt ä, nelle campagne che partono dalla via del cimitero, c‘è anche un maneggio e ogni tanto si incontrano persone a cavallo o che passeggiano con i loro cavalli e si vedono addirittura delle carrozze trainate da cavalli. Questo rende le mie passeggiate un po‘ idilliche.

Ho capito che la campagna è il mio ambiente: non importa in quale nazione. Io rimango una ragazza di campagna.

La campagna di Weil der Stadt

Rallentando

È rallentando che ti accorgi della bellezza che caratterizza la tua vita. Quando metti una marcia inferiore e ti godi il paesaggio del tuo quotidiano ti rendi conto che, in questa tua particolare vita, è bello esserci.

Questa mattina mi sono accorta, camminando piano e senza una meta precisa, di questi bellissimi fiori in un giardino di una casa all’interno delle mura di Weil der Stadt e quindi nel suo centro. Ero al telefono con mia mamma, mi sono fermata e sentita dire: „Guarda che bei fiori!“. Siccome mi sono accorta che non ero in videochiamata, ho subito aggiunto: „Ti mando una foto!“. Gliel’ho mandata e lei subito mi ha risposto che erano bellissimi.

Mi sono trovata poi a pensare che la bellezza nella vita non va inseguita ma semplicemente ammirata in ogni istante. Il semplice fatto che noi viviamo è già pieno di pura bellezza.

Fiori rossi e bellissimi

Non senti dolore? Sii grato.

Domenica scorsa ha iniziato a farmi male la pianta esterna del piede destro. A ogni passo sentivo dolore. Venerdì il medico di base ha constatato che la fascia era infiammata e mi ha prescritto di applicare una crema due volte al giorno. Già ieri il mio piede faceva meno male camminando.

Il corpo manda sempre dei segnali quando quello che facciamo non gli va bene. Quando sento un dolore fisico io presto particolare attenzione e mi chiedo da dove venga. Credo, infatti, nell’ultimo periodo di aver caricato di troppo peso i miei piedi e che l’infiammazione fosse il segnale del mio corpo per impormi di rallentare.

Spesso diamo per scontato che il nostro corpo funzioni e che permetta a noi di funzionare alla perfezione. Solo quando una sua parte ci fa male ci accorgiamo della nostra fortuna. Potersi muovere senza sentire dolori è un lusso che molto spesso tendiamo a sottovalutare. Si dice che quando ci manca qualcosa ci accorgiamo di quanto sia per noi fondamentale. A pensarci però questo è davvero triste. Alla nostra salute non dovremmo pensare solo quando non stiamo bene.

Dalla mia esperienza con il piede di questa settimana ho tratto la conclusione che dovrei essere più spesso grata del fatto che il corpo che mi contiene funzioni senza difficoltà. Prendermene cura è la mia più grande priorità.

La bellezza di un fiore scoperta camminando più lentamente questa settimana

Current Status

„Trotzdem gibt es noch immer Momente, in denen ich mir schwertue, meine Gefühle zu ordnen und richtig einzuschätzen. Manchmal habe ich Angst, dass dieses neue Leben bloß ein Traum ist, dass ich eines Tages aufwache und alles wieder so ist wie zuvor. Aber ich kenne mich nun selbst viel besser und weiß, worauf es ankommt. Ich weiß, dass Glück Arbeit erfordert, Arbeit an mir selbst. Und solange ich dazu bereit bin, glaube ich daran, dass alles gut wird.

RAPHAEL BONELLI, Bauch Gefühle

An sich selbst zu arbeiten, ist die Kunst des Lebens

MBSR: come la meditazione e lo yoga aiutano la psiche

Sto ascoltando l’audiolibro ,Coming to our senses’ di Jon Kabat-Zinn, il padre della Mindful-based Stress Reduction Therapy (MBSR). Lo trovo estremamente interessante perché sottolinea l’importanza della meditazione e della pratica dello yoga per diminuire il peso di problemi mentali legati allo stress. Di questa convinzione sono anch’io perché l’ho sperimentato sulla mia pelle.

Nel 2013 le mie due coinquiline mi misero la pulce nell’orecchio dicendomi che la meditazione avrebbe avuto un grande effetto calmante sulla mia mente irrequieta. Siccome io di natura sono diffidente, ci sono voluti due anni prima che mi avvicinassi a questa pratica. Lessi un articolo sulla app di meditazione Calm, mi iscrissi e iniziai a praticare. Dieci minuti al giorno che hanno subito fatto per me la differenza. Mi appassionai così tanto che iniziai a frequentare a Stoccarda un centro di meditazione gestito da una suora buddista. Partecipai a qualche lezione con lei ma poi dovetti smettere perché trovai un lavoro distante e non ebbi più il tempo per andare a lezione di persona. La app però non l’abbandonai.

Pratico la meditazione con grande disciplina. Ogni sera mi siedo sul mio cuscino, chiudo gli occhi e mi lascio guidare prestando attenzione al mio respiro.

Con la stessa assiduità ho imparato a integrare nella mia routine lo yoga che, con le sue figure, mi permette di concentrarmi sul mio corpo e sul mio respiro senza pensare ad altro. Ogni mattina srotolo il mio tappetino e con un’altra app, che si chiama alo moves, mi esercito. L’ho fatto anche in gravidanza, fino al giorno in cui mi si sono rotte le acque, perché era per me fondamentale mantenere un equilibrio interiore in una fase così delicata. Non ho sofferto di alcuno sbalzo di umore ad esempio.

Oggi sono una persona molto più consapevole, saranno anche i quasi 39 anni e l’esperienza di vita accumulata, ma io credo che un ruolo importante nel mio equilibrio lo giochino proprio la meditazione e lo yoga. Consiglio quindi vivamente a chi si trovi in una fase particolare della vita, nella quale il peso psichico dello stress sembra essere insormontabile, di provare ad avvicinarsi a queste due discipline e ad approfondire il tema della consapevolezza e dell’introspezione. A me hanno salvato la vita.

Il mio tappetino e il mio cuscino da meditazione

Vivere il tempo libero in modo attivo

Ieri, mentre facevo la mia passeggiata quotidiana per le vie di Weil der Stadt, mi è caduto l’occhio dietro la portafinestra di una villetta a schiera. Nel soggiorno c’erano un ragazzo e una ragazza seduti sul divano. Lei era avvolta in una coperta grande e lui mangiava da una scodella. Erano davanti alla televisione e trascorrevano così il pomeriggio del Venerdì Santo, che qui è festivo.

Istintivamente la mia mente ha pensato a quando, ormai quasi tre anni fa, ho deciso insieme a Dominik di disdire il nostro abbonamento a Netflix. Il motivo di questa nostra scelta era semplice. Ci siamo accorti che passare le serate davanti alla televisione era per noi un’attività passiva dalla quale non traevamo alcuna energia. Senza contare la frustrazione collegata alla scelta di cosa vedere: passavamo molto tempo a scrollare nella piattaforma prima di deciderci perché nulla ci sembrava particolarmente interessante.

Abbiamo disdetto l’abbonamento di Netflix e abbiamo iniziato a confrontarci sul come gestire il nostro tempo libero in maniera più attiva. La televisione l’abbiamo ancora e io la uso esclusivamente per vedere le notizie. Guardare serie non mi manca.

Da tempo, ad esempio, leggiamo insieme libri gialli, o meglio, io leggo e Dominik ascolta. Abbiamo allora intensificato questa attività che è nata come esercizio per me per acquisire più sicurezza nella lettura ad alta voce in tedesco. Ci sono poi venute in mente molte altre cose da fare e siamo entrati in un flow positivo, sentendoci più soddisfatti. Un’attività tirava l’altra.

Da questa decisione ho imparato ad avere fiducia che, nella vita, separarsi da qualcosa che è diventata un’abitudine che non ci rappresenta più può portare a nuove strade che, nel momento della rottura, non si immaginavano.

Vivere il mio tempo libero in maniera attiva mi fa sentire più connessa con me stessa. Vado a dormire sicuramente più soddisfatta di prima anche perché ho catturato così tanti assassini leggendo i nostri romanzi gialli che mi sento un’eroina.

Lo sport per me

Quando avevo 11 anni andai con la scuola per un giorno al Forum di Assago a provare diverse discipline sportive. Ricordo ancora come, in una sala corsi, io feci per la prima volta una lezione di aerobica con lo step.

Immaginai durante quell’ora di sport una versione di me adulta mentre mi allenavo a suon di musica la mattina. Ricordo quei pensieri come fosse ieri.

Allora ero una ragazzina molto sportiva, mi perdevo nei movimenti e bruciavo tutta l’energia che avevo durante le ore di sport, sia a scuola che durante gli allenamenti di pallavolo. Ero inoltre l’unica ragazzina della classe ad avere un voto molto alto in educazione fisica, strappato a un professore noto a scuola per essere un po’ maschilista.

Quando tre anni fa la mamma di Dominik mi regalò un pass di prova per la palestra di Weil der Stadt, che si chiama Fit Avenue, fu la mia salvezza. Non me la stavo passando benissimo a livello mentale e iniziare a partecipare ai corsi in quella palestra mi trascinò fuori dal periodo buio.

Mi appassionai subito a un corso in particolare che si chiama Hot & Strong ed è davvero un corso di aerobica a volte con lo step. Lo tiene una trainer che si chiama Marion e che parla in svevo, il dialetto di Stoccarda, ma io la capisco comunque perché lo sport è una lingua universale. Partecipando a questo corso per la prima volta, mi venne in mente subito quella prima ora al Forum di Assago e pensai che si stesse chiudendo un cerchio. La trainer poi mi ha presa in simpatia e si divertiva a mettere canzoni italiane per me. Fu lì che scoprii che Adriano Celentano ha fatto un feat con Peter Fox.

Per me lo sport è molto importante. Ho imparato a dargli un’alta priorità nella mia vita quotidiana perché contribuisce al mio equilibrio fisico e mentale. Anche e soprattutto adesso, che ho un nuovo compito, creo lo spazio necessario per praticarlo a casa perché so che ne approfitta anche chi mi circonda.

Fra qualche mese spero di andare di nuovo a Hot & Strong a bruciare le mie energie a ritmo di musica italiana. Marion, aspettami!

Foto copyright Fit Avenue

Das Leben ist ein Wunder

Heute war ich in einem Park in der Nähe von einem Seniorenheim spazieren. Mir kam eine ältere Frau entgegen und ich musste direkt über Folgendes nachdenken.

Die Frau war auf einem elektrischen Rollstuhl und bekam Sauerstoff mit Schläuchen in die Nase. Sie strahlte mich an und sagte mir ein sehr freundliches „Hallo“.

Die Sonne schien und die Temperatur war sehr angenehm. Wir hatten beide keine Jacke an, sie trug sogar ein Hütchen, das machte sie noch sympathischer. Vielleicht war sie wegen des schönen Wetters so gut drauf oder sie ist immer gut drauf als Charakter.

Ich dachte, wie oft in der letzten Zeit, darüber nach, wie das Leben eigentlich ein Wunder ist. Die Frau könnte sich in ihrer Situation miserabel fühlen, stattdessen strahlt sie Fremde an.

Ich bin an einem Punkt im Leben gekommen, in dem ich sowas merke und bewundere.

Ich bewundere die Kraft der Menschen, die jeden Tag das Bett verlassen, um die Welt zu einem schöneren Ort zu machen. Jemandem ein gutes Wort oder ein Lächeln schenken: Es kann so einfach sein.

Egal was wir durchmachen, das Leben ist ein Wunder und wir alle sind wundervoll. Das dürfen wir nicht vergessen.

Blühe wie die Blumen im Frühjahr.