L’importanza di ascoltare

Ascoltando si passa dall’essere immersi in noi stessi alla condivisione della realtà altrui. Ascoltare mantiene attiva la mente perché permette di allenare la memoria. Ascoltare, anche quando si vorrebbe intervenire interrompendo chi parla, è un’ottima pratica per lasciare all’altro il momento. Ascoltare chi ci parla è una forma di rispetto e un dono grande. È un modo di prestare attenzione.

Ascoltare è una delle mie attività preferite. Non sempre ci riesco come vorrei ma il mio impegno è sempre molto alto.

Le chiacchiere più belle: seduti su una panchina

Le casette degli asparagi

Una cosa tipica della provincia di Stoccarda sono le cosiddette „Casette degli asparagi“. In tedesco si chiamano „Spargelhäuschen“.

Cosa sono?! Sono delle piccole bancarelle, di solito a forma di fragola, che tra metà aprile e fine giugno si possono trovare al lato della strada e che vendono principalmente asparagi e fragole.

Questi prodotti provengono direttamente dai coltivatori, sono di solito più a buon mercato rispetto a quelli da banco e più freschi.

Anche a Weil der Stadt ci sono due casette degli asparagi. Io di solito vado a quella in legno vicino alla rotonda. Oggi ho preso coraggio e ho chiesto, per cortesia, se potessi fare una foto perché in Italia non ci sono e la venditrice tutta inorgoglita allora si è messa in posa.

Io vado lì volentieri perché la signora è gentile e poi perché gli asparagi e le fragole che si comprano lì sono locali e davvero molto buoni.

Vivere il tempo libero in modo attivo

Ieri, mentre facevo la mia passeggiata quotidiana per le vie di Weil der Stadt, mi è caduto l’occhio dietro la portafinestra di una villetta a schiera. Nel soggiorno c’erano un ragazzo e una ragazza seduti sul divano. Lei era avvolta in una coperta grande e lui mangiava da una scodella. Erano davanti alla televisione e trascorrevano così il pomeriggio del Venerdì Santo, che qui è festivo.

Istintivamente la mia mente ha pensato a quando, ormai quasi tre anni fa, ho deciso insieme a Dominik di disdire il nostro abbonamento a Netflix. Il motivo di questa nostra scelta era semplice. Ci siamo accorti che passare le serate davanti alla televisione era per noi un’attività passiva dalla quale non traevamo alcuna energia. Senza contare la frustrazione collegata alla scelta di cosa vedere: passavamo molto tempo a scrollare nella piattaforma prima di deciderci perché nulla ci sembrava particolarmente interessante.

Abbiamo disdetto l’abbonamento di Netflix e abbiamo iniziato a confrontarci sul come gestire il nostro tempo libero in maniera più attiva. La televisione l’abbiamo ancora e io la uso esclusivamente per vedere le notizie. Guardare serie non mi manca.

Da tempo, ad esempio, leggiamo insieme libri gialli, o meglio, io leggo e Dominik ascolta. Abbiamo allora intensificato questa attività che è nata come esercizio per me per acquisire più sicurezza nella lettura ad alta voce in tedesco. Ci sono poi venute in mente molte altre cose da fare e siamo entrati in un flow positivo, sentendoci più soddisfatti. Un’attività tirava l’altra.

Da questa decisione ho imparato ad avere fiducia che, nella vita, separarsi da qualcosa che è diventata un’abitudine che non ci rappresenta più può portare a nuove strade che, nel momento della rottura, non si immaginavano.

Vivere il mio tempo libero in maniera attiva mi fa sentire più connessa con me stessa. Vado a dormire sicuramente più soddisfatta di prima anche perché ho catturato così tanti assassini leggendo i nostri romanzi gialli che mi sento un’eroina.

Lo sport per me

Quando avevo 11 anni andai con la scuola per un giorno al Forum di Assago a provare diverse discipline sportive. Ricordo ancora come, in una sala corsi, io feci per la prima volta una lezione di aerobica con lo step.

Immaginai durante quell’ora di sport una versione di me adulta mentre mi allenavo a suon di musica la mattina. Ricordo quei pensieri come fosse ieri.

Allora ero una ragazzina molto sportiva, mi perdevo nei movimenti e bruciavo tutta l’energia che avevo durante le ore di sport, sia a scuola che durante gli allenamenti di pallavolo. Ero inoltre l’unica ragazzina della classe ad avere un voto molto alto in educazione fisica, strappato a un professore noto a scuola per essere un po’ maschilista.

Quando tre anni fa la mamma di Dominik mi regalò un pass di prova per la palestra di Weil der Stadt, che si chiama Fit Avenue, fu la mia salvezza. Non me la stavo passando benissimo a livello mentale e iniziare a partecipare ai corsi in quella palestra mi trascinò fuori dal periodo buio.

Mi appassionai subito a un corso in particolare che si chiama Hot & Strong ed è davvero un corso di aerobica a volte con lo step. Lo tiene una trainer che si chiama Marion e che parla in svevo, il dialetto di Stoccarda, ma io la capisco comunque perché lo sport è una lingua universale. Partecipando a questo corso per la prima volta, mi venne in mente subito quella prima ora al Forum di Assago e pensai che si stesse chiudendo un cerchio. La trainer poi mi ha presa in simpatia e si divertiva a mettere canzoni italiane per me. Fu lì che scoprii che Adriano Celentano ha fatto un feat con Peter Fox.

Per me lo sport è molto importante. Ho imparato a dargli un’alta priorità nella mia vita quotidiana perché contribuisce al mio equilibrio fisico e mentale. Anche e soprattutto adesso, che ho un nuovo compito, creo lo spazio necessario per praticarlo a casa perché so che ne approfitta anche chi mi circonda.

Fra qualche mese spero di andare di nuovo a Hot & Strong a bruciare le mie energie a ritmo di musica italiana. Marion, aspettami!

Foto copyright Fit Avenue

La mia religione

Questa è in parole povere la mia religione. Non c’è bisogno di templi e non c‘è bisogno di una filosofia complicata. La nostra mente e il nostro cuore sono il tempio; la filosofia è la gentilezza.

Dalai Lama

Oggi sulla mia app di meditazione Calm Tamara Levitt mi ha portato con questa frase a riflettere su quanto il motore della gentilezza sia in grado di muovere energie positive.

Io, per esempio, quando cammino per le strade della mia città e incontro qualcuno che non è assorto nei suoi pensieri e i nostri sguardi si incrociano, ho l’abitudine di salutare la persona con un sorriso cordiale. È una cosa che si usa fare qui in Germania e io l’ho subito fatta mia. La maggior parte delle volte le persone corrispondono il mio saluto illuminandosi nel viso. È per me un modo per dire: „Io ti vedo e ti porto rispetto salutandoti“.

Ho smesso di seguire un credo religioso ormai da diversi anni ma sono convinta che in ognuno di noi risieda il bene e che la vita non si stancherà mai di farcelo portare in superficie. Tutti noi possiamo irradiare la terra della nostra luce essendo gentili col prossimo: non costa nulla, fa bene al nostro cuore e a quello altrui.

Camminando per la mia città io saluto le persone con un sorriso gentile

Cose di cui essere grato

Fai così tanta pratica della gratitudine che tu sia in grado di apprezzare veramente le seguenti cose: dormire la notte in un letto con una coperta e un cuscino, l’acqua calda durante la doccia, il fatto che tu sia in grado con un interruttore di accendere e spegnere la luce ogni volta che lo desideri, che ogni volta che apri il rubinetto o che tiri la corda del wc esca dell’acqua e che nel supermercato vicino a casa vengano offerti così tanti prodotti alimentari, che per provarli tutti non basta un anno.

John Strelecky

La gratitudine è come un fiore: più te ne prendi cura, più sboccia dentro di te.

Tieni stretto in mano il tuo destino

Quando ti svegli la mattina, dì a te stesso:

“Non trascorrerò questa giornata in modo passivo,

non farò solamente quello che mi dicono gli altri di fare.

Prenderò l’iniziativa e terrò stretto in mano

il mio destino”.

Haemin Sunim

Ci sono giorni nei quali la nostra mente ci induce a trascorrerli in modo passivo: o ci facciamo trasportare dagli eventi previsti o gettiamo direttamente la spugna e tiriamo su le coperte non iniziando neanche la giornata. In entrambi i casi arriviamo a fine serata con un senso profondo di insoddisfazione. Questo però non ci preserva dal decidere consapevolmente di nuovo di vivere alcune delle nostre giornate in modo passivo.

Siamo umani, quindi non perfetti, e la nostra mente impara da come agiamo. Se indulgiamo nella passività la troveremo a un certo punto una scelta più attraente perché è un terreno a noi conosciuto. Se invece decidiamo di andare contro alla corrente che la nostra testa cerca di farci seguire instaureremo un nuovo percorso. La forza viene incominciando e decidendo di prenderci carico del nostro destino in modo consapevole ogni giorno.

Qualora tu dovessi sentirti non motivato, cerca di sforzarti a fare il primo passo, trova una frase che per te funzioni e ripetila come un mantra per aiutarti a incominciare la tua giornata nel verso giusto. Non dare la tua vita per scontata, il tuo destino dipende dalle tue scelte.

Il tuo tempo scorre, fanne tesoro.

Una tradizione per me irrinunciabile

Se c’è una cosa che ricordo con piacere del mio periodo da stagista alla Bosch nel 2007 è, quando il mercoledì mattina, uscendo da casa, incontravo sul mio percorso delle donne che portavano con se un cesto in vimini. Curiosa come sono, ho scoperto che questa è una cosa tipica tedesca delle persone che vanno a fare acquisti al mercato settimanale. Il mercoledì era infatti giorno di mercato nella cittadina dove vivevo.

Da quando ci siamo trasferiti nel 2015 a Stoccarda, abbiamo iniziato anche noi a essere assidui frequentatori del mercato settimanale. Questo però è molto differente dal classico mercato italiano. In Germania al mercato si possono solamente comprare generi alimentari e fiori. A Weil der Stadt, la cittadina dove ora viviamo, il mercato è il sabato mattina e si possono trovare ad esempio bancarelle di frutta e verdura, una bancarella enogastronomica, una che vende il miele, un venditore di pesce, un panettiere, la macellaia, il fiorista e il signore del formaggio. Prima c’era anche un signore che vendeva le uova e la carne di pollo e tacchino ma è andato in pensione a metà dello scorso anno.

Andare al mercato il sabato mattina è per me diventata una tradizione: punto la sveglia relativamente presto, quando tutti gli altri ancora dormono, e mi dirigo prima verso il panettiere e poi alla Piazza del Mercato di Weil der Stadt. Compro principalmente prodotti per la colazione come i brezel, il formaggio e il burro fresco e poi vado dalla macellaia a comprare affettato e carne per il weekend. Ho sempre con me una lista delle cose che mi servono ma ogni tanto mi dedico un’attenzione in più e torno a casa con un bel mazzo di fiori. Un altro appuntamento settimanale è in inverno quello con l’alba alle 08:15 nella strada della stazione. Mi fermo sulla via di casa ad ammirarla. È un piacere iniziare così i miei fine settimana, rallentando e uscendo di prima mattina. Al mio rientro facciamo quella che io chiamo “Una colazione da re”.

Le pietre nello zaino sono più leggere se condivise

Una volta un collega, che stava vivendo una separazione dalla sua fidanzata storica, mi disse di non voler caricare i propri amici del fardello dei suoi problemi. Io pensai subito che questa sua affermazione non fosse giusta.

Condividere il proprio percorso con gli amici più stretti è una delle cose più importanti nella vita. Gli amici sono in grado di prendersi carico delle pietre nel tuo zaino e di alleggerirti il cammino.

Ho scritto in passato diverse volte quanto sia importante crearsi una rete di supporto: non devono essere molte le persone che vi fanno parte ma devono soprattutto farci sentire bene. Proprio in questi ultimi giorni ne sto sentendo in prima persona l’importanza.

Sono infinitamente grata della presenza della mia rete di supporto nella mia vita, persone per me preziose quanto l’aria che respiro. A ognuna di loro va il mio grazie più sincero per il semplice fatto che ci sono, non giudicano, fanno il tifo e mi sostengono quando io barcollo.

Io non cammino da sola

La corona dell’Avvento

C’è una tradizione tedesca che io quest’anno ho deciso di fare mia. In Germania si usa, prima che incominci il periodo d’Avvento, comprare o fare a mano una corona dell’Avvento. Si tratta di una ghirlanda di sempreverdi con quattro candele, una per ogni domenica d’Avvento. Le candele si accendono, solitamente durante i pasti, una alla volta ogni domenica.

L’Avvento è un momento d’attesa e quest’anno l’attesa ha per me un doppio significato.

Ho sempre ammirato questa tradizione a casa degli altri e, per la prima volta, ho deciso di farla mia. Ho acquistato la mia corona al mercatino di Natale della scuola superiore di Weil der Stadt, sponsorizzando la gita fuori porta dei ragazzi della nona classe.

Io credo che mangiare a lume di candela dia al pasto una certa sacralità: non è scontato putroppo al mondo avere del cibo buono da consumare e di questo si dovrebbe essere grati ogni giorno, non solo durante l’Avvento.

La mia corona dell’Avvento