E se anche i clown ridono di noi…Basta!

Partecipare ad una serata di teatro sperimentale, animata da clown, può portare a riflettere sull’immagine che gli stranieri hanno di noi italiani.

Venerdì 19 aprile è andato in scena lo spettacolo Performing Art… 100 Minuti di Clowns & Comedy al Tanztheater Etage di Karlsruhe. Il proposito degli organizzatori era di portare il pubblico a ridere e in gran parte la missione è riscita. Non del tutto però.

Non è per criticare uno spettacolo che di per sè, seppur amatoriale, è stato divertente ma uno sketch in particolare ha suscitato in me un moto di disappunto. Nella scena a cui mi riferisco due clown si fingevano, rispettivamente, un regista italiano e un attore di diversa provenienza. Il regista era lo stereotipo dell’italiano visto dai tedeschi che però non ha nulla a che vedere con il vero italiano odierno. L’attore appariva quindi disorientato dalle indicazioni del magnifico ed eccentrico regista che non era a sua volta mai soddisfatto della performance.

Per i tedeschi, come credo per altri stranieri, noi siamo l’emblema del casinista, creativo, fanfarone e teatrale. Questa affermazione può sembrare brutale ma la certezza della sua verità è indiscutibile. L’idea che gli stranieri hanno dell’italiano medio non sta però al passo con i tempi!

Il giornale tedesco Die Zeit riportava in data 07 marzo un interessante articolo a proposito di quanto il nostro paese produca menti brillanti ma non sia in grado di farne tesoro. Infatti, secondo Repubblica, la Lombardia si rivela la regione che maggiormente alimenta l’emigrazione: ben 13.156 lombardi hanno trasferito la propria residenza all’estero nel 2012. Per Paesi, la Germania è la prima meta di destinazione con 10.520 italiani che l’hanno scelta.

Ci trasferiamo quindi in Germania ma l’immagine che i tedeschi hanno di noi non corrisponde alla realtà del nostro background culturale e sociale attuale. Quante volte mi sono sentita dire dopo aver affermato di essere italiana: “Allora sei piena di temperamento!”. Per non citare tutte quelle persone che, dopo avermi conosciuta meglio, mi hanno detto, quasi stupite, che io non sono assolutamente una ‘tipica italiana’.

Definiamo ora il loro concetto di ‘tipico italiano‘. Spesso e volentieri questo concide con che ‘non parla ma urla‘, che ‘ha una personalità dominante‘, che è ‘divertente ma allo stesso tempo inopportuno‘ e che ‘parla sia in tedesco che in italiano con una bruttissima tonalità di accento‘ (e questo forse è l’aspetto che a pelle urta di più). Potrei continuare. Avete presente Jersey Shore?! Ecco ci siamo quasi!

A questo punto poniamoci una domanda: siamo veramente così? Se la risposta che vi state dando è no allora sta a noi, giovani e adulti in Italia e all’estero, cambiare il modo che hanno gli ‘altri’ di vederci rendendoci ambasciatori positivi della nostra cultura, delle nostre tradizioni e dei nostri valori. Senza contare che almeno in Europa dovremmo avere tutti un senso di appartenenza in più che va oltre le differenze nazionali.

4 thoughts on “E se anche i clown ridono di noi…Basta!

  1. Ivy

    Io non la vedrei in maniera così negativa. Molti di questi stereotipi secondo me corrispondono alla verità (dovresti farti un giro a Strasburgo, dove fluiscono a migliaia i turisti italiani, per capire quanto urlino), o meglio, un folto gruppo di italiani rientra in certe descrizioni stereotipate. Ovvio che ci sono delle eccezioni di cui tu probabilmente ti senti parte. Ma secondo me tali caratteristiche non sono percepite in maniera negativa: creatività e temperamento dominante sono motivo di “invidia” più che di critica. E poi io ho sempre conosciuto gente che adora il nostro accento! Gli stereotipi negativi ci sono ma non sono certo quelli elencati qui e, da quello che ho capito, portati in scena a teatro ieri sera.

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    1. Angela Fradegradi

      Sono consapevole che alcuni italiani possano rientrare in quello stereotipo altrimenti questo non sussisterebbe. Ciò che mi urta è che esso viene esagerato e generalizzato. Non lo so forse sarò io troppo suscettibile ma credo che il loro stereotipo non corrisponda alla realtà italiana dei nostri giorni. Forse sarebbe stato attuale in altri tempi ma oggi sono sicura che l’italiano normale non rientri più in questi schemi. Differenze di vedute ma a me ieri ha proprio urtato!

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  2. cla

    è abbastanza ovvio che ogni stereotipo contenga un fondo di verità, altrimenti non esisterebbe. è altrettanto vero però che gli stereotipi sui popoli sono fastidiosi e superficiali. Capisco il tuo disappunto quindi, anzi hai proprio ragione!
    Come siamo veramente? Posso definirmi una tipica italiana? Onestamente non so rispondere, per le mille sfaccettature che vedo negli italiani..
    Quello che possiamo fare però è ricordarci che abbiamo la “responsabilità” di essere italiani e che in fondo il nostro comportamento, in alcune circostanze, può essere come un biglietto da visita per il nostro paese.
    un abbraccio
    cla

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  3. Leonardo Ricciardi

    secondo me stiamo pagando un quindicennio di sovraesposizione mediatica, dovuta all’abuso che si è fatto appunto dei mezzi di comunicazione di massa. E’ sufficiente dire che siamo sempre in tv, sempre pronti a prenderci reciprocamente per i capelli? E siccome anche all’estero c’è una maggioranza di gente che si accontenta di quello che gli passa la tv, ecco che l’immagine collettiva di noi italiani risulta essere quella che viene, appunto, propinata all’estero. Insomma, vince l’immagine più urlata, più sbandierata. A furia di promuovere tronisti e veline come modelli di vita, cos’altro ci potevamo aspettare?

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